L’assessore regionale Ruggero Razza ha già pronta una bozza per il piano che dovrà ridisegnare la sanità siciliana. In ballo ci sono qualcosa come 800 milioni di euro che transiteranno attraverso il Pnrr, il piano nazionale di resilienza che con sé porta una vagonata di soldi. Questo documento sarebbe stato già spedito al governo nazionale. Si parla di qualcosa come circa 200 nuove strutture sanitarie di più piccola dimensione, che in pratica saranno l’alternativa all’ospedalizzazione.

Il piano

Per la precisione in questa bozza il finanziamento richiesto riguarda 146 case di comunità e 39 ospedali di comunità. Le prime sarebbero strutture polivalenti che racchiudono funzioni dell’assistenza primaria, garantendo la continuità assistenziale, anche specialistica, e le attività di prevenzione. Le seconde invece sono strutture residenziali in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata. In pratica un apparato riservato a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio sanitari.

“Opportunità da cogliere”

Nei giorni scorsi lo stesso assessore Razza si era sbilanciato in proposito: “L’opportunità del Pnrr in materia di sanità, con risorse previste per quasi 800 milioni di euro, – aveva detto – è certamente significativa per la nostra Regione e, come per ogni atto di programmazione, merita una adeguata concertazione anzitutto con le forze politiche, con le forze sociali e con i rappresentanti delle categorie. Trattandosi di un atto di programmazione ritengo indispensabile che sia anche accompagnato da una adeguata discussione con il Parlamento, con lo stesso spirito con cui abbiamo lavorato e approvato la nuova rete ospedaliera nel 2019″.

Altre alternative di assistenza

Nel frattempo la Regione si sta muovendo in altri fronti e già qualcosa si è in vesto nei giorni scorsi. E’ stato ad esempio sottoscritto un protocollo con le organizzazioni di categoria Fimmg, Snami e Smi che consente, su base volontaria, l’adesione da parte dei medici di famiglia a coprire turni straordinari di continuità assistenziale tra Usca e Assistenza primaria in guardia medica. L’obiettivo è un maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale per migliorare la continuità assistenziale nei territori e facilitare i percorsi di uscita dei pazienti affetti da covid19.

 

 

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