Il Parco archeologico di Siracusa senza autonomia finanziaria ed una governance di livello ha poco futuro. E’ la convinzione dell’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, che ha lanciato un appello all’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà, per rilanciare un patrimonio storico e turistico che “ha già oggi quasi 1 milione di visitatori annui per un incasso che sfiora i 7 milioni di euro senza ancora aver sviluppato una politica univoca e coordinata di valorizzazione e gestione” assicura Granata.

“Nè il compianto Calogero Rizzuto, né l’attuale commissario ma neanche un redivivo Paolo Orsi sarebbe in grado infatti di gestire – assicura Fabio Granata –  tale complessità sopratutto in una logica di tutela e valorizzazione complessiva dell’intero Parco. Per questo mi sembra fondamentale che Alberto Samonà affronti la questione della sua gestione con una logica diversa dagli altri 15 Parchi istituiti. Per questo nostro, Parco è essenziale che, insieme alla autonomia finanziaria e gestionale, con tutti gli enormi vantaggi che questa porterà al Parco, si pensi a una applicazione ampia dello spirito del legislatore, anche attraverso un apposito decreto assessoriale, e quindi alla individuazione di una Governance plurale che oltre a un ottimo direttore coinvolga i sindaci delle tante città che il Parco comprende, a partire da Francesco Italia”.

La proposta dell’ex assessore regionale è di creare una rete in grado di strutturare l’offerta turistica. “Sarà poi fondamentale il coinvolgimento – dice Granata – in una logica di sussidiarietà dell’associazionismo culturale, turistico e  imprenditoriale: solo questo organismo plurale potrà gestire il Parco come un enorme distretto culturale affine e sovrapponibile al nostro SudEst e determinare la nascita di una vera industria del viaggio culturale dotata di grandi risorse e lungimirante visione. Questa mi sembra una strada obbligata anche perché il Parco dovrà essere percepito come una svolta per le nostre città oltrechè come una poderosa offerta culturale: pensate a quanti servizi di collegamento potranno attivarsi tra i confini del Parco, a quante guide potranno essere coinvolte oltre alle tante imprese culturali e turistiche di tutto il nostro SudEst”