L’Asp di Siracusa ha annunciato l’arrivo di nuovo personale al Pronto soccorso ma per le attività di informazione ai familiari dei pazienti. I volontari, facenti parte dell’associazione Avo, faranno da ponte tra i medici e gli infermieri, impegnati nelle cure, ed i parenti che attendono notizie all’esterno dell’area di emergenza.

Le informazioni ai familiari

Una mediazione necessaria per consentire  ai sanitari di restare al loro posto e soprattutto concentrati anche se, come fa sapere l’azienda sanitaria, “le informazioni cliniche continueranno ad essere fornite direttamente dai medici in turno negli orari prestabiliti per i colloqui con le famiglie”.

Le aggressioni ai sanitari

Peraltro, negli ultimi anni, come denunciato anche dall’Ordine dei medici, sono aumentati i casi di aggressione ai danni di medici ed infermieri per mano di familiari di pazienti, in attesa di ore dell’esito delle visite.

A tal proposito l’associazione ha ufficializzato la donazione all’ospedale di Siracusa di 3 sedie a rotelle che saranno utilizzate per le esigenze di accompagnamento degli utenti non deambulanti nei vari reparti.

“Questo servizio ha lo scopo di evitare e ridurre episodi di agitazione legati al sentimento di tensione dei parenti fuori l’area del pronto soccorso e ad aiutare i medici, infermieri e tutto il personale presente a non essere distolto dalle attività di emergenza” spiegano dall’Asp.

La scelta di avvalersi dei volontari ha lo scopo di fornire più informazioni possibili per placare la sete di notizie e di ansia dei parenti. “L’accoglienza, l’accessibilità alle informazioni, l’accompagnamento dei soggetti fragili – ha aggiunto il direttore sanitario Salvatore Madonia – sono condizioni indispensabili per l’instaurarsi di una relazione efficace tra struttura sanitaria e pazienti”.

Mancano medici ed infermieri

Se l’arrivo dei volontari darà più tempo a medici ed infermieri di curare, di certo non può sopperire alla carenza di sanitari, più volte denunciata dai sindacati. Nei giorni scorsi, proprio al Pronto soccorso un paziente è rimasto per circa due giorni, tra accertamenti e mancanza di posti letti nel reparto a cui era stato assegnato.

La vicenda

Il paziente ha raccontato la sua vicenda, precisando, però, che l’assistenza medica è deficitaria non per l’inadeguatezza del personale quanto per ragioni strutturali dell’Umberto I, ospedale ultra vecchio, e per la carenza di organico.

“Ci sono pazienti in poltrona”

“Ci sono pochissimi medici – ha racconta il paziente a BlogSicilia – e fanno quello che possono ma è disarmante vedere quali sono le condizioni dell’ospedale, praticamente scoperto sotto l’aspetto strutturale. Nell’area del Pronto soccorso ci sono circa 20 posti letto e delle poltrone: io sono stato, paradossalmente, fortunato perché mi hanno dato a disposizione un letto ma con il passare delle ore sono stati tutti occupati e quelli che arrivano devono accontentarsi delle poltrone”.