Gli agenti del commissariato di Pachino hanno denunciato una donna di 32 anni, con precedenti penali, per truffa aggravata ai danni dello Stato e per indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza da 1100 euro
Secondo la polizia, la 32enne, attraverso il sussidio intascava 1100 euro solo che aveva trovato impiego in un bar a Pachino. Naturalmente, non aveva un contratto di assunzione, era in nero, per cui nei suoi confronti è scattato un procedimento che sfocerà in un processo in Tribunale. Frattanto, sono state istruite le pratiche per la sospensione del sussidio, infatti le forze dell’ordine hanno provveduto ad informare l’Inps.
Sanzione per il titolare
Il titolare del bar ha ricevuto una sanzione di oltre 4000 euro per aver impiegato una lavoratrice in modo irregolare e dovrà stabilizzare la posizione della dipendente, pena la sospensione dell’attività.
Altri casi nel Siracusano
La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Siracusa ha scoperto, il mese scorso, tre lavoratori impiegati totalmente “in nero”, in un ristorante nel cuore del centro storico netino. Uno è anche percettore del reddito di cittadinanza. L’azione delle fiamme gialle rientra nell’ambito dei controlli in materia di contrasto al sommerso da lavoro.
I tre senza contratto di lavoro
Durante l’accesso nel locale, le Fiamme Gialle hanno individuato quattro dipendenti di cui due diciassettenni e un soggetto beneficiario di reddito di cittadinanza intenti a svolgere attività lavorativa in assenza di qualsiasi rapporto di lavoro.
Caporalato e reddito di cittadinanza
I carabinieri hanno portato a termine un’operazione anti caporalato nel Siracusano, al termine della quale sono scoperti lavoratori in nero, anche col reddito di cittadinanza, letteralmente schiavizzati con turni giornalieri massacranti per poche decine di euro al mese. Costretti a lavorare a casa per assemblare tubi, con turni anche nei giorni domenicali e in quelli festivi.
I numeri dell’operazione
Nell’ambito di un’indagine avviata nel dicembre 2021, i carabinieri hanno eseguito perquisizioni nei confronti di 24 indagati dalla Procura di Siracusa tra cui 8 di loro, due titolari d’azienda e sei “caporali”, ritenuti responsabili, a vario titolo, in concorso tra loro di sfruttamento del lavoro, il cosiddetto caporalato. Coinvolti 27 lavoratori tutti in nero, 16 dei quali percepivano indebitamente anche il reddito di cittadinanza e per questo anche loro adesso indagati.
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