Legambiente e Natura sicula si appelleranno alla decisione del Tar di bocciare il ricorso degli ecologisti in merito alla costruzione di un residence nell’area della Pillirina, a sud di Siracusa, sui ruderi di una batteria militare risalente alla Seconda Guerra mondiale.
Secondo Natura Sicula, la decisione dei giudici amministrativi di primo grado è “a nostro
avviso ingiusta, errata e non entra nel merito delle censure di illegittimità mosse da Legambiente”.
Area sottoposta a vincolo
Per gli ambientalisti, la zona, situata nel perimetro della istituenda Riserva Naturale Orientata “Capo Murro di Porco/Penisola della Maddalena”, “è sottoposta al massimo livello di tutela dal Piano paesaggistico” che, “vieta il cambio di destinazione d’uso dei fabbricati esistenti e la realizzazione di nuove costruzioni”.
Ruderi bellici trasformati in case
Il progetto, voluto dalla società Elemata Maddalena, che, negli anni scorsi, progettò di edificare, sempre alla Pillirina, un resort di lusso in collaborazione con il colosso Four Season, ha avuto il via libera dalla Sovrintendenza nell’aprile del 2021.
“Che fa la Sovrintendenza?”
I fabbricati della batteria militare “Emanuele Russo” non possono diventare alloggi civili, come vorrebbe la Elemata, perché non lo sono mai stati. Priva di coerenza inoltre risulta la decisione della Soprintendenza di Siracusa, che nel 2019, applicando i vincoli del Piano Paesaggistico Provinciale, respinge il progetto, e nel 2021, ad organigramma completamente rimodulato, rilascia l’autorizzazione paesaggistica. L’ente che ha redatto e voluto il PPP, prima lo
applica e poi lo tradisce”.
Tar boccia ricorso perché presentato in ritardo
I giudici non sono entrati nel merito della vicenda sollevata dagli ambientalisti ed hanno bocciato il ricorso perché presentato in ritardo.
Le contestazioni di Natura Sicula
“La terza sezione del TAR di Catania ha ritenuto tardivo il ricorso di Legambiente, sostenendo che i 60 giorni di tempo per presentarlo dovevano essere conteggiati dal giorno in cui la stampa ha dato notizia del parere della Soprintendenza (14/04/2021), e non dal giorno in cui Legambiente ha ottenuto gli atti (27/05/2021)”.
“In pratica, seguendo questo ragionamento, l’associazione ambientalista avrebbe dovuto presentare il ricorso senza aspettare di ricevere i documenti, senza conoscere il contenuto del provvedimento o verificare la fondatezza delle notizie, basandosi solo sulla lettura degli articoli di stampa” spiegano da Natura Sicula.
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