E’ ormai diventata una leggenda metropolitana il rimpasto nella giunta di Siracusa, al centro di un incastro politico intricatissimo. Quando si pensa che la situazione si sia finalmente sbloccata, ecco che giungono nuovi imprevisti, tutti a vantaggio del sindaco, Francesco Italia, a cui i cambi nella sua amministrazione non scaldano il cuore.

Il Ddl alla Rgione

L’ultimo intoppo sarebbe un disegno di legge in discussione alla Regione, “Norme in materia di enti locali” che, nella volontà dei proponenti, inciderebbe sull’aumento della presenza femminile nelle giunte comunali. L’altro punto chiave del Ddl consiste nell’istituzione della figura del consigliere supplente che andrebbe a prendere il posto di un altro nominato assessore. Secondo quanto prevede il Testo unico degli enti locali sussiste una incompatibilità tra le due cariche, per cui questa fattispecie prevista nel Ddl consentirebbe di “coprire” un buco.

Il sindaco ed il rapporto con gli alleati

Il sindaco di Siracusa, molto attento alla questione delle quote rosa, da tempo, ai suoi alleati, tra cui Mpa, Sud chiama Nord, legato al vicesindaco, Edy Bandiera, o ai componenti della sua stessa lista che lo hanno sostenuto alle amministrative del 2023, tutti desiderosi di un cambio nella squadra di governo, pone il tema della rappresentanza femminile: allo stato, c’è solo Teresella Celesti, che guida la rubrica dell’Istruzione.

La presenza delle donne

Ed il disegno di legge alla Regione, passibile di voto da parte del Parlamento dell’isola, potrebbe cambiare la geografia politica delle amministrazione e così il sindaco avrebbe preso dell’altro tempo. Secondo quanto prevede il testo, il ddl, “alla lettera a) sostituisce interamente il comma 4 dell’articolo 12 della legge regionale 26 agosto 1992, n. 7, prevedendo che nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3 mila abitanti, nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 25 per cento”.

Le criticità

Naturalmente, il disegno di legge è al centro di uno studio, sempre in seno alla Regione, ed emergono, comunque, delle perplessità, intanto perché presenterebbe un profilo di incostituzionalità.

“Si osserva – si legge nel dossier della Regione –  infatti che la formulazione prescelta se da un lato introduce per i comuni superiori a tremila abitanti per la composizione della giunta il limite di una rappresentanza di genere non inferiore al 25%, dall’altro lato sembrerebbe non prevedere più alcun vincolo, neppure il generale rispetto del principio dell’equilibrio di genere, per le giunte dei comuni con popolazione inferiore ai tremila abitanti”.

Il consigliere supplente

Detta dell’incompatibilità della carica di assessore e consigliere, il ddl  “prevede, infatti, che il consigliere che venga designato assessore venga sospeso dalla carica di consigliere all’atto dell’accettazione della nomina e che al suo posto subentri il primo dei non eletti nella medesima lista “come consigliere comunale supplente per la durata dello svolgimento della carica di assessore”.

Il caso Zappalà

A Siracusa, tra coloro che ambiscono al ruolo di assessore c’è Franco Zappalà, consigliere eletto nella lista Fuori sistema, legata all’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, da anni, ormai, rivale politico del sindaco. Zappalà, però, con Italia ha stretto buoni rapporti e nelle scorse elezioni al Libero consorzio ha fatto la sua parte per il sostegno alla coalizione a sostegno di Michelangelo Giansiracusa.

Se questo Ddl si tramutasse in legge e Zappalà entrasse nella squadra del sindaco, il posto di consigliere supplente spetterebbe a Gaetano Penna, primo dei non eletti nella lista Fuori sistema ma adesso Penna è il coordinatore cittadino della Democrazia cristiana.

Le perplessità

Nel dossier di valutazione del Ddl emerge, però, che “la figura del “consigliere comunale supplente” così come appena descritta, allo stato, non è contemplata dalla legislazione statale o delle altre Regioni speciali”. Inoltre, “un simile meccanismo rischia di incidere sulla composizione del consiglio comunale, organo di indirizzo e controllo del comune nei confronti della giunta, che rimane potenzialmente sempre soggetta a modifiche per tutta la durata del mandato elettivo, in quanto dipende dalle nomine e revoche degli assessori ad opera del sindaco, ossia da parte dello stesso organo destinatario dell’attività di indirizzo e controllo del consiglio stesso”.