La Sicilia è la seconda regione in Italia, dopo la Campania, per numero di violenze sessuali in carcere. Lo denuncia il segretario generale della Spp, un sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, per il quale gli stupri sono il propellente per i suicidio dei detenuti, fenomeno piuttosto esteso nelle carceri siciliani: gli ultimi due casi si sono registrati nei giorni scorsi nei penitenziari di Siracusa e Caltagirone.
Non ci sono elementi per affermare che questi due episodi sono legati a casi di violenze sessuali, d’altra parte le cause dei suicidi possono essere svariate. In Italia, secondo il sindacato, si sono registrati ben 57 suicidi di detenuti.
La denuncia del sindacato
“La regione che sembra avere il numero più alto di violenze è la Campania con 20 casi denunciati l’anno, seguita
dalla Sicilia con 14. Ma non ci sono, né ci possono essere, dati attendibili” dice Di Giacomo che prova a spiegare le origini del fenomeno.
Le cause all’origine degli stupri
“È da tempo che noi segnaliamo questa tremenda realtà. Le possibilità di chi si trova in carcere non sono uguali per tutti, così chi ha più forza fisica, economica e mentale riesce a imporsi sugli altri. Di conseguenza – argomenta segretario generale della Spp, un sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo – oltre alla violenza e sopraffazione del più debole, c’è chi scambia vino, medicine, anche oggetti personali, per sesso”
Poche denunce
Le violenze sessuali, come spiega il sindacalista, non sono mai denunciate, il pericolo di ritorsioni è elevatissimo.
“Una situazione che va di pari passo con l’aumento delle violenze sessuali, che non vengono denunciate quasi mai, perché i detenuti hanno paura di continuare ad essere “prede” degli altri carcerati e perché si temono altre ritorsioni. Le conseguenze per i detenuti che subiscono la violenza – continua il segretario generale della Spp Di Giacomo – sono devastanti specie a livello psichico sino a tentativi di suicidio e forme di autolesionismo”
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