Nel bene e nel male, le piste ciclabili sono il tratto distintivo dell’attuale amministrazione comunale di Siracusa. Sono state finanziate, come in numerosissimi Comuni italiani, con fondi europei e nazionali, allo scopo di ridurre l’inquinamento delle auto e rendere più vivibili le città. Ma funzionano? Hanno creato benefici o danni alla mobilità della città? Sulle Strade di Siracusa, la trasmissione di BlogSicilia, si è occupata di questo argomento nella sua terza puntata.

Il dibattito sulle piste ciclabili

Tante, però, le critiche con varie motivazioni, perché le piste hanno ridotto le carreggiate e gli spazi per i veicoli a 4 ruote, oppure perché ritenute non molto sicure, spesso per le condizioni delle strade, che presentano molte buche. Per il Capo di Gabinetto del Comune di Siracusa, Michelangelo Giansiracusa, braccio destro del sindaco, Francesco Italia, c’è, comunque, una resistenza culturale alle piste ciclabili.

“I contrari alle piste hanno resistenza culturale”

“Quando c’è un cambiamento la resistenza -dice Giansiracusa – è quasi naturale: prendiamo ad esempio piazza Duomo, un tempo circolavano le auto poi arrivò la pedonalizzazione. La stessa cosa avverrà per le piste ciclabili, del resto in altre città italiane ed europee, partite per prime, si è compreso che è la scelta giusta. E’ inevitabile questa nuova tipologia di mobilità perché i nostri tempi ci suggeriscono di salvaguardare l’ambiente. I cambiamenti climatici sono evidenti, abbiamo sempre di più a che fare con gli alluvioni, per cui dobbiamo adottare comportamenti più legati alla tutela del mondo in cui viviamo. Le piste ciclabili sono uno degli strumenti per rendere le nostre città più sane e meno inquinate”.

“I ragazzi ci chiedono parchi e piste ciclabili”

“A Siracusa siamo in una fase iniziale -aggiunge Giansiracusa – di questo processo ma cominciamo a vedere persone che sfruttano questa opportunità. Vi dico, però, che quando il sindaco fa visita agli studenti, chiedono due cose: parchi e piste ciclabili. Le piste ciclabili sono state finanziate con fondi europei e pubblici  ma è ovvio che l’amministrazione sta mettendo in campo altre misure per riorganizzare la mobilità, mi riferisco al trasporto pubblico locale che stiamo cercando di migliorare, ed ai parcheggi.”

Trasporto pubblico in tilt

In realtà, il trasporto pubblico a Siracusa è ancora molto carente: l’Ast che in un primo momento aveva detto di voler sospendere il servizio a partire dal primo di marzo per problemi finanziari, rischiando di creare tanti disagi alla città, ha deciso di proseguire ma con quella montagna di debiti il rischio di portarsi via i bus è concreto. Inoltre, l’amministrazione ha fallito nel tentativo di individuare un nuove gestore, al posto dell’Ast, visto che alla manifestazione di interesse indetta dal Comune, le due imprese che hanno risposto non hanno presentato offerte.

La pista in corso Gelone

Ci sarà un’altra pista ciclabile: in corso Gelone, la strada capace di legare Ortigia alla zona nord della città, molto trafficata. E molti temono la paralisi.

“Troveremo soluzioni”

Quella pista è stata votata in Consiglio comunale, per cui si dovrebbe tornare indietro, ma dobbiamo guardare la situazione nella sua complessità, in quanto se ne prendiamo un pezzo, in questo caso corso Gelone si scorgerà solo il disagio. Io credo che troveremo delle soluzioni con la comunità locale, del resto un tempo, i commercianti erano ostili alla pedonalizzazione invece adesso ne apprezzano i benefici

“Sono uno svantaggio”

L’ex direttore della Confcommercio Siracusa ed attuale manager del distretto urbano e del commercio del Comune di Tortona, Francesco Alfieri, siracusano,  boccia le piste ciclabili per come sono state concepite e realizzate a Siracusa

“Fare un parcheggio o un parco incidono sul beneficio – dice Alfieri – di un polo commerciale ed allo stesso modo le piste ciclabili.  Le associazioni di categoria non sono state mai ascoltate dall’amministrazione, anzi c’è un modus operandi che tende a marginalizzare il ruolo delle associazioni datoriali”.

“Invaso carreggiate”

“Le piste hanno determinato uno svantaggio per come sono state realizzate, basti pensare che hanno invaso le carreggiate, sono state inserite in strade piccole e poco sicure per i ciclisti stessi. C’era uno studio a monte? C’era una esigenza da parte di qualche gruppo?” si chiede Alfieri

Manca un piano di mobilità

“Posso affermare, per la mia esperienza in altre città italiane, che le piste ciclabili vanno inserite in un contesto più ampio di mobilità sostenibili, attraverso la sinergia con il trasporto pubblico, la realizzazione di aree verdi, dei parcheggi, dei i  marciapiedi con le misure idonee per i diversamente abili” conclude manager del distretto urbano e del commercio del Comune di Tortona

 

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