• I ristoratori di Ortigia chiedono un percorso alternativo per il centro storico
  • Disagi evidenti dopo la chiusura del parcheggio Talete
  • Il timore è che ci saranno pochi coperti

I ristoratori di Ortigia sono molto preoccupati che la chiusura del parcheggio Talete, per la mancanza di un certificato anti incendio, capace di accogliere circa 350 auto, possa avere un riverbero sulle loro attività. Insomma, il timore che vi sia un crollo di clienti è tangibile anche perché l’amministrazione non ha ancora indicato una alternativa, del resto sarà compito molto difficile visto che un’altra area di sosta di quelle dimensioni non si ricava dall’oggi al domani.

L’allarme dei ristoratori

“L’improvvisa chiusura del parcheggio Talete, principale area di sosta dell’isola di Ortigia, ha messo in seria difficoltà le attività economiche che avevano appena ricominciato a lavorare e se non si metterà in campo un sistema di trasporto pubblico realmente efficiente, il rischio sarà quello di aver creato l’ennesimo disincentivo a raggiungere Ortigia proprio nel pieno della stagione estiva”. Lo dichiara Stefano Gentile, presidente comunale di CNA Ristoratori Siracusa.

Il trasporto pubblico non basta

I ristoratori della Cna sostengono di aver saputo della chiusura leggendo gli organi di informazione ma ritengono che il servizio di trasporto pubblico con i 6 bus dell’Ast, che partirà domani, da solo non sarà sufficiente.

“La contestuale attivazione di un sistema di navette che dal parcheggio Von Platen arrivano fino a Ortigia, sebbene sia comunque una buona notizia non può essere l’unica soluzione messa in campo dall’amministrazione – prosegue Gentile – perché considerata la sostanziale impossibilità di raggiungere Ortigia in auto, abitudine diffusissima tra i Siracusani, l’obbiettivo principale deve essere quello di disincentivare l’utilizzo del mezzo privato aumentando in primo luogo i parcheggi scambiatori, ripristinando quello di via Elorina e includendo anche piazza Adda”.

Aumentare le corse dei bus

“All’aumento dei parcheggi deve poi seguire un corrispondente aumento delle corse delle navette con tempi di percorrenza certi e ragionevoli – conclude Gentile – in modo tale da limitare i danni e creare tutti i presupposti per una fruizione di Ortigia ancora più comoda, piuttosto che favorirne l’abbandono rischiando di far proseguire una crisi dalla quale speravamo di essere, almeno parzialmente, usciti”.