“Mio fratello si drogava, chiedeva, ogni giorno tra le 5 e le 10 euro, ed era molto nervoso”. Lo ha raccontato in aula, rispondendo alle domande del pm, la sorella di Sebastiano Rossitto, un giovane avolese, accusato di tentata estorsione ai danni della madre, come emerso nelle indagini degli agenti del commissariato di polizia di Avola concluse nel giugno dello scorso anno. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il giovane avrebbe minacciato ed aggredito i familiari per estorcergli delle somme in denaro e soddisfare così il suo vizio, quello del consumo di droga.

In un’occasione, come svelato da un poliziotto, nel corso dell’udienza al palazzo di giustizia, una Fiat Panda, nella disponibilità della famiglia, fu sottratta dall’imputato, difeso dall’avvocato Sebastiano Troia, salvo poi essere trovata, nei giorni successivi, in una zona di campagna di Carlentini, danneggiata da un incendio.

Il pm, durante il dibattimento nell’aula del palazzo di giustizia, ha ricordato un episodio: la minaccia da parte dell’imputato di appiccare le fiamme alla casa  dopo il rifiuto dei familiari di consegnarli i soldi. La sorella, più volte incalzata dal pubblico ministero sulle condotte del fratello, ha indugiato sul nervosismo del fratello, provando anche a giustificarlo. “Mio fratello – ha raccontato la donna –  quando lavorava era sempre disponibile ed aiutava la famiglia. Non era solo la droga a scatenare il suo nervosismo, perché c’erano dei problemi con degli zii per questioni di interessi”.

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