Il gup del Tribunale di Siracusa ha condannato a 5 anni di carcere ed al pagamento di 2800 euro di multa Domenico Fava, 42 anni, finito sotto processo per detenzione illegale di armi, ricettazione e detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti.

L’uomo, difeso dall’avvocato Junio Celesti, era stato arrestato nel settembre dello scorso anno a Francofonte, nel Siracusano, dai carabinieri.

Il nascondiglio

I militari, al termine della perquisizione nell’abitazione dell’uomo, avevano rinvenuto in un armadio, nell’unità esterna del climatizzatore e in una intercapedine del soffitto del bagno, quattro fucili da caccia calibro 12 e una pistola calibro 7,65 con i colpi nel caricatore tutti risultati rubati, circa 200 munizioni da caccia, 200 grammi circa di marijuana e materiale per confezionare la droga.

Condanna ridotta per esponente clan

E’ stata ridotta la condanna per Davide Pincio, 48 anni, accusato di detenzione di armi e droga. In primo grado, davanti al gup del Tribunale di Siracusa, l’uomo, assistito dall’avvocato Junio Celesti, aveva rimediato una pena pari a 6 anni ed 8 mesi di reclusione, in Appello pm e difesa hanno concordato una condanna a 6 anni di carcere.

Esponente di clan siracusano

L’uomo è indicato dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania come un esponente del clan Santa Panagia di Siracusa, venne arrestato un anno fa dai carabinieri di Siracusa .

Droga e armi in cantina

Al termine di una perquisizione in una cantina nella disponibilità del 48enne, gli inquirenti scoprirono e sequestrarono 2 pistole con matricola abrasa, oltre a 70 proiettili, oltre 450 grammi di cocaina, 1,1 Kg di hashish,  270 grammi di marijuana, 5 bilancini di precisione, materiale vario utilizzato per il taglio ed il confezionamento dello stupefacente e la somma di 3500 euro, in banconote di vario taglio, ritenuta dai militari provento dell’attività illecita.

Le dichiarazioni dopo l’arresto

Nelle ore successive all’arresto, durante l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa, Pincio fornì  dichiarazioni spontanee, sostenendo che avrebbe messo solo a disposizione quella cantina, situata nella zona di viale Santa Panagia, per il deposito delle armi e della droga.