Nell’inchiesta che ha portato alla scoperta di un traffico di droga ad Augusta, con l’esecuzione di 15 misure cautelari, ad emergere sarebbe il ruolo di due degli indagati. Per i carabinieri, sarebbero stati due di loro a condurre le danze nel gruppo, sebbene non strutturato come una organizzazione.
I ruoli nell’ordinanza del gip
“Il nucleo forte degli addebiti – si legge nell’ordinanza del Gip del Tribunale di Siracusa – mossi a carico di Coco e Patania risulteranno essere incentrati proprio sul rifornimento costante ad altri spacciatori, con i quali condividono solo un rapporto di fornitura con pagamenti effettuati all’esito delle indagini”.
Le intercettazioni
Sono state le intercettazioni a svelare il giro di droga ed il coinvolgimento degli indagati che avrebbero trovato a Catania la fonte di approvvigionamento. In una conversazione tra un uomo finito nella rete dei carabinieri e la sua compagna, gli inquirenti scoprono del canale di rifornimento e di come la coca fosse chiamata in codice: la cosa
Donna: E lui che fa?.. scende tutti i giorni a Catania
Indagato: Lui… pensa… che la cosa
Donna: Ho capito
Indagato: La compra lui
In 7 in carcere
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Siracusa, sono state eseguite nei confronti di 7 persone: Carmelo Coco, 64 anni, di Catania; Anthony Patania, 22 anni, di Augusta; Massimiliano Formica, 43 anni, di Lentini; Michela Finocchio, 50 anni, di Augusta; Carmela Castro, 52 anni, di Augusta; Damiano Giuffrida, 26 anni, di Augusta; Samuele Vasta, 27 anni.
3 ai domiciliari
Sono ai domiciliari Sebastiano Amenta, 32 anni, di Augusta; Agata Burzì, 40 anni, di Augusta e Samuel Lanzafame, 21 anni, di Augusta.
Gli interrogatori
Sono iniziati gli interrogatori di garanzia dei primi indagati, i 7 che sono finiti in carcere ma per motivi di sicurezza sanitaria, si sono svolti da remoto. Tra le persone sentite Samuele Vasta, difeso dall’avvocato Beniamino D’Augusta, che si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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Comunicazioni con Telegram o WhatsApp
Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero preferito limitare al massimo le conversazioni al telefono e per precauzione avrebbero raccomandato di usare WhatsApp o Telegram, ritenute più sicure.
Il giro di affari
Dai calcoli dei carabinieri, il gruppo, dalla vendita della droga, avrebbe avuto un guadagno anche di 3.500 euro ogni due giorni: la cocaina, acquistata a 55 euro al grammo, tagliata con mannite, veniva rivenduta a 100 euro, mentre la marijuana veniva venduta a 50 euro ogni 3,5 grammi.
La cassa comune
Dalle informazioni in possesso agli inquirenti, parte dei soldi sarebbe stata reinvestita per l’acquisto di nuova sostanza da spacciare.
Spacciatori col reddito di cittadinanza
A seguito dei controlli effettuati con il Nucleo carabinieri Ispettorato del Lavoro, nove persone raggiunte dalle misure sono risultate destinatarie del reddito di cittadinanza, per cui è stata già avanzata la proposta di revoca del beneficio.
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