I carabinieri della Stazione di Augusta hanno arrestato un 24enne di Noto, in esecuzione di un ordine per la carcerazione del Gip di Siracusa. E’ accusato di essere l’autore di almeno due truffe dello specchietto.

La truffa dello specchietto

Il giovane, facente parte della comunità dei caminanti di Noto, nel mese di febbraio di quest’anno si trovava d Augusta dove, nel parcheggio di un supermercato, simulando un incidente stradale con relativa rottura dello specchietto, aveva accusato un anziano megarese al quale aveva intimato il pagamento di 150 euro quale risarcimento del danno.

Anziano minacciato

L’anziano impaurito si vedeva costretto a consegnargli la somma di 20 euro dietro la minaccia di distruggergli la macchina o fargli proprio del male.

Coppia aggredita

In un’altra occasione, a Noto, l’uomo aveva simulato la rottura dello specchietto retrovisore intimando ad una coppia la consegna di 50 euro per il danno subito. Al rifiuto ricevuto, il 24enne avrebbe strappato di mano la borsa alla donna, spintonando i due malcapitati facendoli cadere a terra per poi darsi repentinamente alla fuga.

Truffatore in carcere

Il giovane  è stato arrestato e condotti nel carcere di Cavadonna come disposto dall’Autorità Giudiziaria aretusea.

Donna condannata

I carabinieri di Priolo Gargallo hanno arrestato, su ordine dell’Autorità Giudiziaria di Vercelli, una donna di 56 anni, Michela Casella,  siracusana che dal 2017 al 2020 si è resa responsabile di diverse truffe commesse nel Nord Italia ai danni di anziani.

La pena

L’arrestata, sulla quale pendeva una condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione, si era resa protagonista di diversi episodi con il cosiddetto metodo della “truffa dello specchietto”. I carabinieri di Priolo Gargallo l’hanno così rintracciata e sottoposta agli arresti domiciliari come disposto dalla Procura che ha emesso il provvedimento. Sconterà a casa la sua pena.

Modus operandi

Secondo quanto emerso nelle indagini della Procura di Vercelli, la donna avrebbe seguito un preciso modus operandi: fingeva che una persona alla guida di un’auto gli avesse danneggiato la vettura e così chiedeva del denaro per la riparazione.

 

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