Non potendo accedere all’area a ridosso del mare numerosi bagnanti, tra cui parecchi anziani, hanno deciso di piazzarsi sopra i frangiflutti dello Sbarcadero di Santa Lucia, a Siracusa, portando con se sedie, ombrelloni e tutto l’occorrente per il mare.  L’associazione Lealtà e Condivisione, che prima contava una presenza nella giunta del sindaco di Siracusa Francesco Italia, parla di mare negato al pubblico perché quella porzione di costa inaccessibile al pubblico è recintata “ad uso esclusivo dei clienti di un hotel”.

L’associazione, che ha ingaggiato in città altre battaglie soprattutto in chiave ambientale, lancia un durissimo affondo agli enti pubblici. “In mezzo, a separare le due parti, c’è una rete d’acciaio piazzata quasi sul mare, che recinge pure gli scogli di fronte – spiegano dall’associazione Lealtà e Condivisione –  e impedisce di arrivarci. Storia vecchia, arroganza eterna. Da una parte i cittadini che vedono violati i propri diritti, dall’altra le istituzioni che dovrebbero garantirli. E invece? Invece niente. O forse hanno anche rilasciato tutte  e le carte sono tutte a posto. Ma tutto a posto non è. Non è a posto il diritto sancito dalla legge di godere liberamente di un bene che appartiene a tutti, come per tanti altri accessi che dovrebbero essere liberi e invece sono impediti. Non è a posto il senso comune di giustizia. Non è a posto il rispetto della stessa Costituzione. Sappiamo che non è un nuovo caso, ma il teatro di altre battaglie perdute. Ma non per questo ci pare cosa giusta rassegnarsi. Al contrario, ci appare un sopruso intollerabile, che si rinnova ogni giorno, ogni mattina che uno dei tanti residenti del quartiere, e non solo, sbatte la faccia contro quella recinzione e si va ad arrampicare tra le pietre perché qualcuno, o qualche carta messa a posto, gli nega un suo diritto”.

L’associazione, infine, invita le istituzioni a rivedere la questione. “Torniamo perciò a chiedere a tutte le autorità responsabili se davvero è tutto a posto, se è così che deve essere, se e quanto ancora si vuole mortificare, in tempi come questi, la fiducia che i cittadini dovrebbero e devono nutrire verso le istituzioni e verso la giustizia”