Il ministero della Difesa, attraverso la sua società Difesa servizi, ha pubblicato un bando, con scadenza a novembre prossimo, per la gestione di un cospicuo numero di beni militari, 33 in tutto.
Quali sono i beni siciliani
Tra questi ce ne sono tre siciliani: gli ex idroscali di Marsala, che ha un’estensione di circa 70 mila metri quadrati, e di Siracusa, vasto poco meno di 30 mila metri quadrati, situato a ridosso del Porto Grande, e l’ex deposito di munizioni di Belpasso, nel Catanese.
L’obiettivo del bando
L’obiettivo del Governo è la “riqualificazione, la valorizzazione e lo sfruttamento economico da attuare mediante l’esclusivo impiego di capitali privati per dare seguito ad attività economiche che, prioritariamente, dovranno essere in linea con la vocazione commerciale” si legge nel bando.
Il coinvolgimento dei privati
Insomma, considerato che sono siti a reddito zero e soprattutto gravosi sotto l’aspetto economico, il ministero della Difesa ha pensato bene di renderli produttivi con l’aiuto dei privati. La formula scelta è quella del project financing, ormai molto consolidata negli enti pubblici che consente ai privati la gestione di alcuni servizi pubblici ma per un periodo di tempo limitato, 50 anni nel caso dei beni militari in questione.
Il caso dell’Idroscalo di Siracusa
L’idroscalo di Siracusa, appartenente all’Aeronautica militare, è stato al centro di varie trattative per il suo riutilizzo. Circa 10 anni, ai tempi dell’amministrazione di Giancarlo Garozzo si provò a cedere l’area ai carabinieri per la realizzazione della nuova caserma, visto che quella attuale è in affitto. Sembrava fatta, venne pure il generale Del Sette per sancire il passaggio di consegne ma poi il piano sfumò.
I tentativi dell’amministrazione Italia
Il Comune di Siracusa, questa volta con il sindaco Italia, si ricandidò ad appropriarsi dell’area in modo da legarla con il Porto Grande e realizzare così un suggestivo Waterfront: del caso, si interessò anche l’ex ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, nella sua ultima esperienza da parlamentare nazionale, ai tempi del Governo Draghi ma pure in questo caso il progetto naufragò. Anzi, nel maggio dello scorso anno, secondo autorevoli fonti del Governo, lo Stato maggiore dell’Aeronautica militare avrebbe deciso di rafforzare la presenza a Siracusa, allo scopo di realizzare un presidio per operazione di salvataggio e di sorveglianza dei cieli.
Commenta con Facebook