La più forte, di magnitudo 3.3, è stata registrata alle 2:44. Secondo i rilevamenti dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a meno di 1 km di profondità ed epicentro 5 km a sudovest di Linguaglossa.
La prima, di magnitudo 3.5, è stata registrata alle 4:54 dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma ad una profondità di 9 chilometri. Qualche attimo dopo è stata registrata un'altra scossa, di magnitudo 3.8, ad una profondità di 10 chilometri.
La scossa ha prodotto danni molto gravi nell'area dell'epicentro e la zona maggiormente colpita si trova tra Fleri e Pennisi, in corrispondenza della fagliazione superficiale e nelle aree adiacenti.
Un'attività accompagnata, dice ancora l'Istituto di geofisica e vulcanologia, da un "graduale incremento del degassamento dall'area craterica sommitale" che ha di fatto interessato tre delle cinque bocche attive del vulcano.
Una scossa di terremoto di magnitudo 2.0 è stata registrata alle 13.28 a 8 chilometri a sud-ovest di Paternò dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Roma. L'ipocentro è stato localizzato a una profondità di 22 chilometri.
“L’idea sulla quale si fonda questa ricerca – spiega il prof. Marco Viccaro –, trova le sue radici nel fatto che l’attività eruttiva sull’isola di Vulcano è stata relativamente poco frequente nel corso degli ultimi mille anni".
L'evento è stato preceduto da un sisma di magnitudo 2.2, alle 08:27, e seguito da una scossa di magnitudo 2.0, alle 09:47, nella stessa aera, con ipocentro a una profondità di 9 chilometri.
Due scosse di terremoto, di magnitudo 3.1 e 2.2., sono state registrate, rispettivamente, alle 06:49 e alle 06:51 di stamattina, dall'Ingv di Catania sulle falde del versante nord dell'Etna, a 10 chilometri da Randazzo.
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Redazione
È il progetto del ricercatore francese Marc-André Gutscher
L'obiettivo è rilevare piccoli movimenti sismici sulla faglia sottomarina del monte Alfeo, a Est delle coste di Catania, in collaborazione con Infn e Ingv. Sarà possibile utilizzando lo strumento Focus, basato sulla tecnica della riflettometria laser, comunemente usata per controllare la stabilità delle strutture ingegneristiche.
Poco prima dell'1 di notte la prima forte esplosione che ha interessato la bocca "N2", posta nell'area settentrionale della terrazza craterica dello Stromboli.
Il terremoto è stato registrato dalle strumentazioni della sala sismica di Roma dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia a una profondità di 10 km.
I prodotti emessi hanno superato un'altezza di 350 metri sopra la terrazza craterica, come evidenziato dalle telecamere di videosorveglianza dell'Osservatorio Etneo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv-Oe).
Lo indicano le simulazioni dei percorsi di risalita del magma dal mantello terrestre frutto della collaborazione fra Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), le università di Roma Tre e Catania, e il Centro tedesco per le Geoscienze (Gfz) di Potsdam.