ROMA (ITALPRESS) – “Non ci sentivamo con il presidente Putin dall’inizio della guerra. Gli ho detto che volevo parlare di pace e a questo Putin ha acconsentito. Ho chiesto se era previsto un cessate il fuoco: le condizioni non sono mature, però è stato aperto il corridoio umanitario di Mariupol”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell’incontro con la stampa estera.
“Credo di aver notato un cambiamento nel tono di Putin, ma sono molto cauto”, ha proseguito.
“Poi è seguita una descrizione su un possibile accordo, io ho espresso la convinzione che per risolvere certi nodi fosse necessario un incontro con il presidente Zelensky. La risposta è stata che i tempi non sono ancora maturi. Uno dei punti che il presidente Putin ha trattato è che a suo avviso ci sono piccoli passi avanti sui negoziati”, ha aggiunto il premier.
“Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce, ma tutti dobbiamo stare con i piedi per terra. Le sanzioni funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende. C’è il desiderio di andare avanti presto, ma è anche presto per superare lo scetticismo. Ho affermato la disponibilità dell’Italia, disponibilità accolta da Putin”, ha sottolineato Draghi.
“Sul Def non è prevista nessuna indicazione specifica sulle spese militari, a oggi non c’è nessun problema su questo tema. L’impegno dell’Italia con la Nato a spendere il 2% è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi successivi. Dal 2018 al 2021 gli investimenti sulla difesa sono aumentati tra il 17% e il 26%, l’impegno è confermare i nostri impegni con la Nato”, ha spiegato Draghi, che si è detto “molto soddisfatto dell’accordo” nella maggioranza. “Ci siamo visti con il presidente Conte che chiedeva un allungamento fino al 2030 e io ho risposto che si fa quello che chiede il ministro Guerini,cioè arrivare al 2028. Su questo poi non c’è stato disaccordo”, ha aggiunto.
(ITALPRESS).
“Credo di aver notato un cambiamento nel tono di Putin, ma sono molto cauto”, ha proseguito.
“Poi è seguita una descrizione su un possibile accordo, io ho espresso la convinzione che per risolvere certi nodi fosse necessario un incontro con il presidente Zelensky. La risposta è stata che i tempi non sono ancora maturi. Uno dei punti che il presidente Putin ha trattato è che a suo avviso ci sono piccoli passi avanti sui negoziati”, ha aggiunto il premier.
“Tutti desideriamo vedere uno spiraglio di luce, ma tutti dobbiamo stare con i piedi per terra. Le sanzioni funzionano, alla pace si arriva se l’Ucraina si difende. C’è il desiderio di andare avanti presto, ma è anche presto per superare lo scetticismo. Ho affermato la disponibilità dell’Italia, disponibilità accolta da Putin”, ha sottolineato Draghi.
“Sul Def non è prevista nessuna indicazione specifica sulle spese militari, a oggi non c’è nessun problema su questo tema. L’impegno dell’Italia con la Nato a spendere il 2% è stato preso nel 2014 ed è stato ribadito da tutti i governi successivi. Dal 2018 al 2021 gli investimenti sulla difesa sono aumentati tra il 17% e il 26%, l’impegno è confermare i nostri impegni con la Nato”, ha spiegato Draghi, che si è detto “molto soddisfatto dell’accordo” nella maggioranza. “Ci siamo visti con il presidente Conte che chiedeva un allungamento fino al 2030 e io ho risposto che si fa quello che chiede il ministro Guerini,cioè arrivare al 2028. Su questo poi non c’è stato disaccordo”, ha aggiunto.
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