Con l’ingresso del mese di settembre nel Trapanese sale la paura dopo i violenti nubifragi dello scorso anno che specie nella zona di Alcamo causarono gravissimi danni. Il Comune si è messo al lavoro in questi giorni per pulire il letto del torrente Canalotto che tra ottobre e dicembre del 2021 tracimò causando notevoli danni a strade e abitazioni. Quelle scene sono rimaste ben impresse ai diversi residenti che oramai vivono stabilmente lungo il litorale di Alcamo marina. In tanti dissero che videro la morte in faccia e adesso hanno paura che quell’incubo possa tornare.

Il sindaco chiede l’aiuto della Regione

Intanto sono al lavoro le ruspe del Comune da diversi giorni per spalare i detriti che sono rimasti sul letto del torrente che sbocca verso mare. In questo modo si vuole totalmente disostruire il canale per garantire un agevole deflusso delle acque piovane. Nel contempo il sindaco Domenico Surdi richiama anche la Regione ai suoi doveri in materia di protezione civile: “Abbiamo sollecitato un intervento più esteso alle autorità competenti e richiesto alla Regione Siciliana i fondi necessari”. Ma sarà bastevole?

Dagli esperti tanti dubbi

L’effetto abusivismo ha sicuramente danneggiato Alcamo marina, letteralmente inondata a partire dagli anni ’50 dal cemento selvaggio. La situazione è sempre più peggiorata ed inevitabilmente il letto del fiume è stato deviato. Questa alterazione ovviamente crea problemi nello smaltimento delle acque piovane. A mettersi di traverso poi l’altro problema delle ondate eccezionali di maltempo che da qualche tempo si registrano in Sicilia, frutto del cosiddetto cambiamento climatico. Un mix bestiale si situazione pericolosissime.

Il geologo: “Area che resta a rischio”

Secondo il geologo Giovanni Pantaleo, che è anche in prima linea nel mondo dell’associazionismo della protezione civile alcamese, la situazione resta pericolosissima in zona Canalotto. Anzitutto perché il letto del fiume non era questo originariamente ed è stato modificato ulteriormente a seguito dell’alluvione che distrusse tutta la zona più di 20 anni fa. “L’intera area, e soprattutto la foce del fiume, sono perimetrate come zone a rischio idraulico elevato e molto elevato nel piano per l’assetto idrogeologico. Questo significa semplicemente che in quelle aree è inibita qualsiasi forma di edificabilità, ristrutturazione o intervento che possa aumentare il carico urbanistico esistente”.

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