Sequestrati dagli agenti di Polizia della Divisione Anticrimine della Questura, con i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani e dai carabinieri di Marsala, tra Marsala e Mazara del Vallo beni per circa 3 milioni di euro a Pietro Centonze, 47 anni, ritenuto dagli investigatori uomo di Cosa Nostra.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Trapani – Sezione Misure di Prevenzione su Proposta del Procuratore di Marsala e del Questore di Trapani.
Centonze per le forze dell’ordine è un soggetto socialmente pericoloso, in quanto gravemente indiziato di appartenenza all’associazione di tipo mafioso denominata “Cosa Nostra” e alla famiglia mafiosa di Marsala.
Lo stesso, infatti, tratto in arresto nel 2002 nell’ambito dell’operazione antimafia di Polizia “Progetto Peronospera”, è stato condannato con sentenza definitiva della Corte di Appello di Palermo nel 2005 a anni due e mesi sei di reclusione poiché riconosciuto colpevole del reato di favoreggiamento aggravato ex per aver favorito la latitanza dei boss mafiosi Amato.
L’uomo sarebbe coinvolto anche nell’omicidio dei due extracomunitari Alì Essid e Rafik El Mabrouk dello scorso 3 Giugno 2015 a Marsala.
Per questo delitto Pietro Centonze è stato tratto in arresto e condannato, insieme al cugino Domenico Centonze con sentenza emessa il 16 settembre 2016 dal Gip presso il Tribunale di Marsala alla pena di venti anni di reclusione.
Pertanto, in questa prima fase, ai fini dell’applicazione della misura personale e patrimoniale, è stato ottenuto dal locale Tribunale Sezione Misure di Prevenzione, il sequestro anticipato ai fini della confisca di 19 beni immobili, 7 beni mobili registrati, 4 imprese, 14 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato di circa 3 milioni di euro.
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