Alla polizia municipale di San Vito Lo Capo è in servizio soltanto il comandante. Quattro agenti, infatti, sono in isolamento fiduciario volontario, dopo essere stati a contatto con un collega risultato positivo al Covid19.

I cinque provengono tutti da Palermo: sono distaccati nel trapanese durante la stagione estiva. Altri due agenti, in servizio stabilmente alla polizia municipale di San Vito, che hanno avuto contatti indiretti con i soggetti in isolamento, per precauzione, sono stati messi a riposo per qualche giorno. Per far fronte all’emergenza, oggi, è giunta da Palermo una pattuglia di vigili.

Sicilia ancora in testa ai contagi

Intanto, sono 1.377 i nuovi casi di Covid19 registrati nelle ultime 24 ore nell’isola a fronte di 16.265 tamponi processati in Sicilia. L’incidenza sale al all’8,5% ieri era al 6,6%. L’isola nettamente resta al primo posto per nuovo contagio giornaliero. Al secondo posto c’è la Toscana con 844 contagi.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

Gli attuali positivi sono 20.702 con un aumento di altri 985 casi. I guariti sono 376 mentre nelle ultime 24 ore si registrano 16 vittime e il totale dei decessi resta a 6.189.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero sono adesso 724 i ricoverati, 23 in più rispetto al giorno precedente mentre in terapia intensiva sono 83 i ricoverati 3 in più rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

Sul fronte del contagio nelle singole province la situazione è la seguente: Palermo 290, Catania 283, Messina 81, Siracusa 141, Ragusa 124, Trapani 199, Caltanissetta 104, Agrigento 120, Enna 35.

L’allarme dalla proiezione della situazione siciliana

Altro che zona gialla, qui si rischia di passare immediatamente in zona arancione. Raggiunti i livelli che rendono quasi certo, ormai, il passaggio in giallo da lunedì, c’è il rischio concreto che dopo le due settimane canoniche e dunque dal 7 settembre la Sicilia piombi in zona arancione e che da fine settembre possa addirittura arrivare in rossa se non ci sarà una sterzata brusca del sistema di contagio e ricovero.
Non si tratta solo di un timore generalizzato ma di proiezioni statistiche effettuate da ricercatori della Lumsa che hanno incrociato dati del Cnr e della stessa agenzia del Ministero della salute

Lo studio

A lanciare lo studio è il professor Antonello maruotti della Lumsa che analizza la situazione delle due isole maggiori d’Italia e le accomuna nel rischio anche se per motivi diversi.
Per la Sicilia il rischio è dato dalla corsa dell’epidemia e soprattutto dal basso numero di vaccinati e dall’alto numero di resistenti ‘ideologici’ al vaccino. Sarebbe questo a far saltare gli indicatori di pressione ospedaliera che sono già oltre le soglie previste dal passaggio in zona gialla.

La situazione

I ricoveri in terapia intensiva sono quasi quintuplicati nel giro dell’ultimo mese e mezzo, e più che raddoppiati nelle ultime due settimane. Il Ritmo, dunque, è di crescita esponenziale nel breve termine Inoltre, il peso il rapporto fra ricoverati ordinari e in terapia intensiva continua anch’esso a crescere e questo significa che la gravità dei ricoveri è maggiore rispetto alle scorse settimane.

Nelle intensive si è toccato il 10%, soglia massima prevista dai nuovi parametri. Nelle aree mediche non critiche l’isola raggiunge il 17%, ben oltre il limite del 15%. Un quadro generale critico che ha reso necessario aumentare i posti letto tornando ai livelli di marzo.

L’incidenza settimanale ha già superato i 150 casi ogni 100mila abitanti ovvero ha già sforato il primo parametro da zona arancione anche se sono distanti gli altri due visto che i ricoveri nei reparti ordinari sono distanti dal 30% e quelli nelle terapie intensive dal previsto 20%.

I rischi di tenuta del sistema economico e le regole incerte

Se la zona gialla sarà giù un problema la zona arancione sarebbe il disastro finale per l’isola. se le regole saranno quelle dell’ultima zona arancione significherebbe bar e ristorazione solo da asporto, palestre chiuse e musei probabilmente anche e coprifuoco.Ma il coprifuoco è stato abolito per decreto dunque le regole dovranno essere riviste con un provvedimento governativo. a meno che non si decida di applicare le restrizioni solo ai non vaccinate per impedire la debacle finale

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