Ieri sera, mercoledì 23 giugno, a Chi l’ha visto?, il programma di Raitre condotto da Federica Sciarelli, si è parlato nuovamente del caso di Denise Pipitone, la bambina scomparsa da Mazara nel Vallo nel settembre 2004.

I riflettori sono stati accesi su Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, assolta definitivamente da ogni accusa sulla sparizione della piccola.

La ragazza, figlia di Anna Corona, stando a quanto riportato dalla trasmissione, avrebbe fornito agli inquirenti un numero di cellulare vecchio e non attivo e non quello che utilizzava nel giorno in cui si persero le tracce di Denise.

Ciò successe il giorno dopo la scomparsa della bambina, 2 settembre 2004: Jessica Pulizzi raccontò al commissariato di essere stata per l’intera mattinata a casa nel giorno della scomparsa della piccola e rilasciò un numero di telefono collegato a una scheda telefonica non più esistente. Quest’ultimo elemento fu reso noto soltanto durante il processo grazie a un consulente chiamato a esaminare i tabulati telefonici.

«Non mi ricordo di aver fornito una utenza più attiva, era il mio numero, ricordavo quello e ho dato quello, forse non ricordavo quello nuovo perché lo usavo da poco». E ancora: «I poliziotti mi facevano accuse, dicevano che avevo preso la bambina, mi sono chiusa in me stessa perché io non avevo fatto niente. E perciò ho detto che ero stata a casa».

Inoltre, sempre come riportato su Chi l’ha visto?, l’11 ottobre 2004 Jessica ebbe una conversazione con la sorella minore, Alice di 11 anni, registrata da una microspia nascosta in casa.

Jessica disse alla sorella: «Non gli devi dire che tu non c’eri. C’a diri chistu. Possibile che prendono le impronte. Poi ti gridano e ti scuotono». Il riferimento è naturalmente alla Polizia.

Jessica Pulizzi, giusto ricordarlo, fu rinviata a giudizio dopo 5 anni di indagini ma assolta subito dopo il processo da tutte le accuse.

L’unico ad essere stato condannato per la scomparsa di Denise Pipitone è Gaspare Ghaleb, l’allora fidanzato di Jessica Pulizzi, per avere dichiarato il falso agli inquirenti.

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