I finanzieri della sezione operativa navale della guardia di finanza di Trapani, coordinati dal reparto operativo aeronavale di Palermo, hanno sorpreso un’imbarcazione da diporto mentre praticava la pesca da frodo nell’isola di Favignana, nel Trapanese. Il tempestivo intervento delle fiamme gialle ha consentito di cogliere in flagranza sei persone attrezzate con cui fucili, pinne, maschere, bombole e torce.

Oltre 25 chili di specie illegalmente catturate

In loro possesso sono stati trovati oltre 25 chili di varie specie ittiche illegalmente catturate. Il pesce controllato dai veterinari della Asp di Trapani è stato dichiarato idoneo al consumo umano e devoluto in beneficienza ad un ente caritatevole presente nel territorio trapanese. Ai trasgressori, dopo aver sequestrato l’attrezzatura, sono state elevate sanzioni per oltre 5 mila euro.

L’operazione nel Siracusano

Diverse sono state le operazioni similari nei mari siciliani nel corso di questa estate. Nel luglio scorso i carabinieri di Ortigia, insieme alla  guardia costiera di Siracusa, hanno portato a termine una indagine contro la pesca abusiva. In particolare, al largo dell’isola Siracusana, nella porzione dell’area marina protetta del Plemmirio, gli investigatori hanno intercettato  2 barche di piccole dimensioni con a bordo 2 uomini intenti a pescare ricci di mare. I carabinieri ed il personale della capitaneria hanno proceduto ad identificare i due pescatori e a contestare sanzioni amministrative dell’importo di 1.000 euro. Al termine delle operazioni i circa 50 chilogrammi di ricci sequestrati sono stati rigettati in mare in prossimità della scogliera.

Blitz anche nel mare Catanese

Nei mesi scorsi altro blitz dei militari della guardia costiera di Catania che hanno sorpreso in flagrante quattro subacquei impegnati in operazioni di pesca di frodo a Santa Maria La Scala, frazione marinara di Acireale. Nei loro confronti sono state comminate sanzioni amministrative per complessivi 4 mila euro, mentre sono stati sequestrati i loro equipaggiamenti e le loro attrezzature. Una parte del pescato, per lo più ricci di mare e occhi di bue, dopo un controllo sanitario da parte di medici dell’Asp, è stato rigettato in mare, l’altra dichiarata non commestibile è stata distrutta.

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