‘Qui tutto lo Stato deve essere ‘h 24′ a disposizione dei cittadini perche’ questa e’ una Repubblica italiana e non e’ il libero stato di Matteo Messina Denaro che sono convinto sara’ sconfitto’. Lo ha detto il presidente della commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, al termine di un incontro al Municipio di Castelvetrano, con i commissari Salvatore Caccamo, Elisa Borbone e Concetta Maria Musca, alla guida del Comune sciolto per mafia nel giugno 2017.

Morra, che era accompagnato dal sottosegretario ai Rapporti con il parlamento e democrazia diretta, Vincenzo  Santangelo, ha aggiunto: ‘La presenza della commissione antimafia nei luoghi in cui molto spesso lo Stato manda in trincea giovani uomini e giovani donne e’ significativa della volonta’ di non volerli fare sentire da soli e abbandonati. C’e’ la volonta’ forte da parte dello Stato di volersi riprendere il territorio’.

Riferendosi poi alla presenza nel territorio oltre che della mafia anche di logge massoniche Morra ha osservato: ‘In Senato c’e’ un disegno di legge, primo firmatario Elio Lannutti, e che e’
stato firmato anche da me, che chiede la inconciliabilita’ tra l’esercizio di funzione pubblica e l’appartenenza ad associazioni segrete, come le logge massoniche. Non abbiamo discusso dei candidati (a Castelvetrano si votera’ il prossimo 28 aprile, ndr), eventualmente la discussione si fara’ a Roma, in funzione del codice che di recente e’ stato approvato dalla commissione stessa’.

Da qui Morra ha fatto anche una riflessione sulla recente inchiesta che ha portato alla luce una loggia massonica segreta: “Le ultime indagini condotte nel Trapanese, con la scoperta di una loggia massonica segreta, confermano la necessità di accendere su questo territorio i riflettori nazionali”.

“Questa non è soltanto la provincia di Matteo Messina Denaro: la precedente Commissione antimafia, verso la quale non abbiamo alcun pregiudizio – ha detto Morra – ha ricevuto l’input per sequestrare nel marzo 2017, in Sicilia e in Calabria, una serie di elenchi di iscritti alla massoneria. Trapani è una provincia che ha dimostrato negli anni di saper crescere in autonomia rispetto a quella limitrofa di Palermo”, ha aggiunto Morra.

Per il presidente della Commissione , il problema delle scarcerazioni, per incompetenza territoriale, di numerosi destinatari di ordinanze cautelari nell’ambito dell’inchiesta Artemisia, è superabile: “Riteniamo che si possa recuperare al più presto; la Procura di Trapani non può certo rimanere inerte”.

Sulla questione, il procuratore aggiunto Maurizio Agnello, dice di “attendere le motivazioni”, prima di decidere sul da farsi. In ogni caso, anche qualora l’inchiesta dovesse passare alla Procura di Palermo, il lavoro dei magistrati di Trapani potrebbe essere “adottato”.

Un riferimento del presidente della commissione Antimafia anche alle ormai prossime elezioni amministrative e sulla trasparenza delle liste: “L’adozione del codice di autoregolamentazione è importante ma non sufficiente. Ci vuole l’impegno di tutte le forze politiche per evitare infiltrazioni nelle istituzioni” rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto un commento sulla presenza, tra i candidati alle amministrative di Castelvetrano di soggetti poco limpidi, denunciata dal commissario prefettizio Salvatore Caccamo. “Oggi le liste civiche rappresentano – ha aggiunto – lo specchietto per le allodole: i cosiddetti impresentabili finiscono per essere esclusi dalle liste dei partiti e bypassano gli ostacoli attraverso le liste civiche”.

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