“Non posso che esprimere soddisfazione per l’intervento dell’Arma dei carabinieri che ha tolto il velo di ipocrisia da quello che tutti sapevano e tutti vedevano. L’ippodromo oggetto di intervento nella giornata di domenica, infatti, non era affatto una cosa per pochi intenditori”. Lo ha detto Enrico Rizzi, attivista per i diritti degli animali e commissario Dipartimento tutela animali e lotta alle zoomafie di Sud chiama Nord, dopo che nove persone sono state denunciate e alcuni cavalli, provenienti pure da Palermo, sono stati sottoposti a controlli ematici, nell’ippodromo “privato” di Triscina, nota stazione balneare di Castelvetrano.
“Fenomeno macroscopico passato inosservato”
La struttura, a quanto sembra mancante di autorizzazioni, era stata ricavata in un’area sabbiosa distante non più di duecento metri dalle migliaia di case che negli anni hanno invaso la costa selinuntina. “Vi erano state pure inchieste giornalistiche. Come è possibile – si chiede Enrico Rizzi – che un fenomeno così macroscopico sia passato di fatto inosservato finanche dopo che se ne sono occupati i giornali?”. Rizzi sottolinea l’assenza del mondo politico, finanche ora che il caso è scoppiato. “Eppure siamo in periodo di elezioni – ha aggiunto l’attivista – quando spesso si sente inneggiare alla legalità, al progresso, al rispetto delle regole e ad altri importanti principi che però, in questo caso, rimangono più come post muti. Bastava andare sui social per vedere quanto succedeva e se in una prima fase ci si poteva arrampicare sugli specchi di non aver visto, tale ipocrisia non aveva più motivo di esistere dopo le recenti inchieste giornalistiche che avevano scritto su dove si poteva capire di più”.
La piaga dello sfruttamento dei cavalli in Sicilia
Rizzi ha annunciato per i prossimi giorni nuovi interventi sul mondo dello sfruttamento dei cavalli. Solo negli ultimi mesi, l’attivista per i diritti degli animali, ha denunciato numerose stalle clandestine nella città di Messina e di Catania. Su quest’ultima, peraltro, Enrico Rizzi aveva diffuso sui suoi canali social una corsa clandestina che si svolgeva nell’hinterland catanese ove, per incitare i cavalli, venivano esplosi numerosi colpi di pistola. A seguito delle minacce ricevute, Enrico Rizzi è oggi sottoposto a tutela di polizia.
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