“I due pescherecci hanno acceso i motori per prendere il largo e lasciare la Libia e raggiungere in 36/48 ore Mazara del Vallo dopo 108 giorni di blocco’. Lo afferma l’armatore della Medinea, Marco Marrone. “Speriamo – aggiunge – che questa vicenda serva da esempio affinche’ i nostri pescatori non debbano rischiare la vita per guadagnare un tozzo di pane”.
“Mia figlia Gaia da una settimana baciava continuamente la foto di mio marito e oggi la lieta notizia. Finalmente passeremo il Natale con tutta la famiglia”. Marika Macaddino ha 27 anni ed è la moglie più giovane dei 18 pescatori liberati stamane in Libia. Marika ha sentito al telefono il marito, Giacomo Giacalone, 32 anni, tramite una telefonata con un cellulare libico che avevano a bordo i pescatori. “Ci siamo messi a piangere tutte due – racconta Marika – non sapevamo cosa dirci. È stato Giacomo a tranquillizzarmi: ‘Amore mio la mia forza siete stati tu e la mia piccola Gaia’ “.
“È stata una grande emozione per me apprendere della liberazione dei 18 pescatori e dei pescherecci Antartide e Medinea. Finalmente i nostri marittimi potranno riabbracciare i loro cari. Nonostante i momenti di tensione eravamo certi e fiduciosi che questa vicenda si sarebbe conclusa nel miglior modo possibile. A nome di tutta la mia città voglio ringraziare i Ministri Di Maio e Bonafede per
l’impegno profuso e per la compostezza mostrata nella gestione di una così delicata situazione che a tratti ha raggiunto tra i familiari livelli alti di tensione, tutto il Corpo Diplomatico e l’Aise per il lavoro svolto”. Lo dice il sindaco di Mazara del Vallo Salvatore Quinci.
E’ corale la soddisfazione nel comparto ittico, dalle organizzazione di settore ai sindacati, per la liberazione dei 18 pescatori del distretto di Mazara detenuti in Libia per oltre 100 giorni. “Una notizia che tutto il settore aspettava da tempo e che finalmente si è concretizzata. Oggi è una bella giornata” sottolinea Federpesca, Federazione Nazionale delle Imprese di Pesca. “Finalmente una bella notizia, attesa da tempo non solo dalle famiglie dei pescatori siciliani ma dalla grande famiglia della pesca italiana. I nostri appelli sono stati accolti”, commenta l’Alleanza delle cooperative. “Oggi è un giorno di festa, ma da domani occorre che la diplomazia lavori per gettare le basi per poter pescare in sicurezza in alcune aree sensibili come la Libia, ma anche la Somalia ed evitare che gli equipaggi debbano esporsi a rischi quotidiani per poter lavorare”. “Grande soddisfazione” la esprime Antonio Pucillo, Dipartimento Pesca Flai Cgil nazionale aggiungendo: “erano veramente trascorsi troppi giorni e tanta è stata l’apprensione di tutti. Ora con la comunità mazarese e tutti i familiari vogliamo tirare un sospiro di sollievo davanti a questa buona notizia. “Non è però ammissibile – sottolinea Flai Cgil – pensare di uscire in mare per lavoro con la possibilità di correre rischi simili; è necessario intervenire affinché non si ripetano fatti gravi come questi, con 18 lavoratori trattenuti in carcere per oltre 100 giorni senza un motivo plausibile. Come abbiamo fatto in questi mesi, rimarremo al fianco delle famiglie e dei pescatori, che hanno vissuto un’esperienza così drammatica”.
“Speravamo, nel profondo del cuore, che i nostri pescatori – dicono I segretari generali della Uil Pierpaolo Bombardieri, della Uila Stefano Mantegazza e della Uila Pesca Enrica Mammucari – potessero trascorrere a Mazara del Vallo, da uomini liberi, le prossime festività natalizie. “Era una speranza ma non avevamo alcuna certezza. La notizia, oggi, della loro liberazione ci riempie quindi di gioia e serenità”. “Ringraziamo il governo italiano – proseguono Bombardieri, Mantegazza e Mammucari – per l’impegno profuso per riportarli a casa e inviamo un grande e forte abbraccio a tutti i familiari che hanno sopportato, anch’essi, 108 giorni terribili, vissuti tra ansia, tristezza e angoscia per il futuro dei loro cari. Oggi, finalmente, possono tirare un sospiro di sollievo”. “In questi giorni interminabili – scrivono i due sindacalisti della federazione agroalimentare della Cisl, il Segretario Generale Onofrio Rota e il segretario nazionale Patrizio Giorni, – abbiamo fatto di tutto per essere vicini ai familiari dei lavoratori, diversi nostri dirigenti sono stati più volte con loro in Piazza Montecitorio, per portare la solidarietà di tutto il mondo del lavoro e per sollecitare tutte le istituzioni a risolvere il caso nel più breve tempo possibile. Ringraziamo la diplomazia italiana per l’impegno portato avanti, ma chiediamo al governo di non abbandonare a se stesse le famiglie che hanno vissuto questo dramma, perdendo anche reddito e preziose giornate di lavoro: giusto, da questo punto di vista, l’emendamento approvato in Parlamento per stanziare 500 mila euro a sostegno di famigliari e imprese, perché sarà fondamentale garantire da subito la continuità lavorativa alle persone coinvolte”. “In futuro – conclude Rota – il lavoro dei nostri pescatori dovrà essere sempre più sicuro, messo al riparo da simili vulnerabilità. Per questo seguiamo con interesse anche la proposta di legge per l’istituzione di una zona economica esclusiva oltre il limite esterno del mare territoriale, approvato il 5 novembre e ora passato al Senato, volto ad ampliare alcuni diritti dello Stato anche su attività economiche come la pesca. Il lavoro dei pescatori è già di per sé tra i più faticosi e pericolosi al mondo: l’aggiungersi di altri rischi è davvero da evitare, anche perché rappresenta un ulteriore colpo a un settore che fatica ad essere attrattivo per le nuove generazioni. Tutta la Fai oggi abbraccia virtualmente mamma Rosetta, Marco, Cristina, Leonardo, Caterina, Rosaria e tutti gli altri familiari che non hanno mai perso la speranza di vedere i nostri pescatori tornare a casa”.
Sono moltissimi le reazioni alla notizia della liberazione dei due pescherecci mazaresi tenuti sotto sequestro in Libia. “Nonostante le difficoltà del nostro Paese nelle trattative di questi mesi con Bengasi, oggi l’unica cosa che ci interessa è unirci alla contentezza di tutti gli italiani per la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo”, dice il segretario generale di Confsal Pesca Bruno Mariani.
“Come organizzazione sindacale del settore ittico – continua – avevamo fatto il possibile per sensibilizzare le istituzioni, le altre parti sociali, le associazioni ed i singoli cittadini ad unirsi al nostro ‘grido di allarme’ affinchè fosse ristabilita la verità sul loro lavoro nelle acque del Mediterraneo”
“Apprendiamo con gioia la notizia della ritrovata libertà dei pescatori mazaresi. Finalmente si chiude una vicenda che ci ha tenuto col fiato sospeso per un numero di giorni che è sembrato infinito”, commentano il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio e il segretario generale della Fai Cisl Sicilia, Pierluigi Manca.
Un plauso arriva anche dal deputato M5S Gianluca Rizzo. “Finalmente i 18 pescatori di Mazara del Vallo ingiustamente detenuti in Libia sono liberi e potranno riabbracciare le proprie famiglie. Si conclude positivamente il paziente lavoro della nostra diplomazia e della nostra intelligence”, dice. Soddisfatto anche Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani e Adolfo Scotti, segretario generale Fai Cisl Palermo Trapani. “Accogliamo con felicità la notizia della liberazione dei 18 pescatori mazaresi, potranno riabbracciare le loro famiglie dopo oltre 100 giorni. – dicono – Grazie a chi come la diplomazia italiana ha consentito il loro ritorno”.
Sulla vicenda intervengono anche i segretari della Cgil Sicilia e della Flai, Alfio Mannino e Tonino Russo. “Ci siano regole certe e il loro rispetto perchè fatti di questo genere non si ripetano e ci sia piena sicurezza per chi lavora nel mare Mediterraneo”, commentano. Anche Giovanni Di Dia della Flai Cgil. chiede al governo “il ripristino della vigilanza per i pescatori nel Mediterraneo”.
“Esultiamo con le Marinerie di Mazara e di Sicilia ma ora vengano assicurate certezze a tutti i nostri lavoratori del mare, siano garantiti i loro diritti, perché questa lezione e quelle del passato servano finalmente a qualcosa!”, dicono, infine, i segretari di Uila e Uila Pesca Sicilia, Nino Marino e Tommaso Macaddino.
Sulla da tempo a Roma è aperto un fascicolo di indagine. Il procedimento è stato avviato come modello 45, ossia senza ipotesi di reato o
indagati. I due equipaggi, a bordo di pescherecci, erano stati fermati dalle milizie di Haftar all’inizio di settembre a circa
80 miglia dalla costa di Bengasi.
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