Si continua a scavare e spalare a Misiliscemi e Salinagrande, due tra le località del Trapanese più colpite dal nubifragio di ieri. Uomini della protezione civile, mondo del volontariato, vigili del fuoco e semplici cittadini proprietari dei beni danneggiati hanno lavorato tutta la notte e anche questa mattina hanno proseguito per provare a liberare dal fango immobili, auto e quanto è stato travolto. Restano certamente da chiarire le cause di questo ennesimo disastro.

Le situazioni più critiche

Certamente i maggiori danni sono stati causati dalle esondazioni dei torrenti Baiata e Canzalamone. La situazione è stata definita dal commissario straordinario di Misiliscemi “grave”. Per questo si è reso necessario l’invio di nuovi mezzi anfibi. Inoltre l’esondazione del fiume Verderame ha causato l’allagamento di alcune strade a Salinagrande, in prossimità della provinciale 21. Tonnellate di detriti e fango che ricoprono strade e campagne, con enormi danni alle coltivazioni e alle infrastrutture stradali. E ancora una volta si riproporrà il soliti problema di chi pagherà i danni e se verranno riconosciuti da Regione e Stato.

Danni anche nel Mazarese

Ma ci sono diverse altre zone della provincia Trapanese dove si contano danni. Anche a Mazara del Vallo sono stati segnalati tombini divelti e allagamenti in diverse località, anche qui da ieri sono sul territorio diverse squadre di volontari con al seguito due mezzi. A Campobello di Mazara altri allagamenti si sono verificati Tre Fontane e in via Lombardo.

La rabbia degli ambientalisti

Già nei giorni scorsi il Wwf della riserva naturale orientata delle saline di Trapani e Paceco aveva lanciato l’allarme e fatto un’analisi delle condizioni del territorio. Consumo di suolo, assenza di prevenzione e manutenzione del territorio, pessimi interventi progettuali, devastazione del patrimonio ambientale lacerato tra incendi, tagli e speculazioni si sono sommati agli effetti dei cambiamenti climatici ed hanno finito per aumentare la vulnerabilità dei territori. Ai fenomeni meteorologici legati alle mutazioni climatiche, si sommano anche situazioni che hanno sempre “un’origine antropica” che la crisi climatica sta mettendo in evidenza, cioè tutti gli “orrori” e gli errori passati e presenti a danno del territorio, tra cui l’aumento della cementificazione.

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