Diedero fuoco ad un’auto e per appiccare le fiamme usarono della benzina rubata da un distributore vicino. Denunciati un uomo e una donna nel trapanese con le accuse di danneggiamento seguito da incendio e furto aggravato. A risalire ai due i carabinieri della stazione di Mazara 2, a conclusione di un’attività di indagine eseguita sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Marsala. Si tratta di un uomo di origine straniera e di una donna mazarese rispettivamente di 33 e 19 anni, entrambi gravati da precedenti per reati contro il patrimonio in materia di droga.

La ricostruzione

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’Arma, nel mese di settembre scorso i due denunciati avrebbero sottratto illecitamente del carburante da un distributore del quartiere con l’obiettivo di incendiare un’autovettura che si trovava in sosta nelle vicinanze. L’immediato sopralluogo effettuato dai carabinieri, e le successive attività di indagine tra cui l’attenta analisi delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza presenti nei dintorni, hanno fornito indizi di colpevolezza a carico dei presunti responsabili. Per questo motivo entrambi sono stati denunciati alla Procura.

Precedente inquietante nel messinese

Nel messinese è stato risolto qualche giorno fa  un altro caso di danneggiamento ad un auto. Si è scoperto che un agente penitenziario segnalò le violazioni di un detenuto e per questo gli incendiarono l’auto. In seguito all’episodio fu avviata un’indagine a tamburo battente che ha portato a scoprire gli autori di quel raid con il fuoco. A finire in manette due giovani di Messina con le accuse di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, danneggiamento seguito da incendio in concorso. Tutto partì dall’incendio avvenuto il 17 aprile dello scorso anno nei pressi del muro di cinta della casa circondariale di Barcellona Pozzo di Gotto ai danni di un’autovettura di proprietà di un agente della polizia penitenziaria in servizio presso lo stesso carcere. L’attività investigativa consentiva di accertare che, pochi giorni prima dell’incendio del veicolo, l’agente, in servizio di vigilanza ai colloqui carcerari, segnalava alla direzione le violazioni di un detenuto, determinando nei suoi confronti la perdita dei benefici previsti dall’ordinamento penitenziario. Da qui vi fu la vendetta.

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