Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, ha comunicato al sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, di avere firmato stamattina i bonifici relativi ai contributi di duemila euro destinati a ciascuna famiglia dei 18 pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati in Libia da oltre un mese.

Le risorse erano state deliberate, pochi giorni fa, dal Consiglio di Presidenza dell’Assemblea regionale siciliana.

“Un gesto di vicinanza che si aggiunge alla solidarietà anche politica manifestata nei giorni scorsi – ha sottolineato nella missiva il presidente Miccichè, che ha ribadito come “non verrà meno neanche per un solo giorno la pressione nostra e di tutto il Parlamento siciliano nei confronti del Governo nazionale, e non solo, per velocizzare la soluzione dell’incredibile vicenda”.

Intanto, domenica scorsa, Papa Francesco, in occasione dell’Angelus, ha fatto riferimento al sequestro dei pescatori mazaresi dei pescherecci Antartide e Medinea, bloccati in Libia dal primo settembre.
Ha detto il Pontefice: “Desidero rivolgere una parola di incoraggiamento e di sostegno ai pescatori fermati da più di un mese in Libia e ai loro familiari. Affidandosi a Maria Stella del mare mantengano viva la speranza di poter riabbracciare presto i loro cari”.

Anche i sindacati intervengono sulla vicenda.
“Trascorsi ormai quasi 50 giorni dal sequestro dei 18 pescatori di Mazara del Vallo in Libia, Cgil, Cisl e Uil desiderano ancora una volta mantenere alta l’attenzione sulla vicenda”. Lo hanno affermato i segretari generali di Flai Cgil Giovanni Di Dia, Adolfo Scotti, Fai Cisl e Uila Uil Tommaso Macaddino. Dopo oltre 50 giorni di prigionia, dei 18 pescatori sequestrati in Libia, a Bengasi, di fatto non si hanno assolutamente notizie rispetto alla motivazione del sequestro, ai tempi del loro rilascio e soprattutto non si sa nulla sulle loro reali modalità di trattamento e sul loro vero stato di salute.
I sindacati tengono alta l’attenzione. “E’ indispensabile che se ne parli ogni giorno perché è l’unico modo che le famiglie dei pescatori e degli armatori dei pescherecci “Medinea” e “Antartide” hanno per tirare avanti. Sin dall’inizio – hanno aggiunto – abbiamo detto di essere dalla parte delle Istituzioni e continuiamo a crederci fermamente. Non è il momento di fare polemica, è il momento che ognuno faccia la propria parte affinché i nostri pescatori usciti in mare lo scorso 18 agosto e sequestrati a Bengasi dal 1° settembre possano fare ritorno a casa”.

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