Una recinzione che si estenderà per circa due chilometri lungo tutto il perimetro dell’antico centro abitato. Sarà questo il primo passo concreto degli interventi, voluti dal governo regionale guidato dal presidente Nello Musumeci, per mettere in sicurezza e valorizzare i ruderi di Poggioreale, nel trapanese, risalenti al terremoto del 1968. I dettagli relativi a questo primo intervento sono stati definiti nel corso di un sopralluogo e di una riunione operativa che si è tenuta nel Comune di Poggioreale tra la protezione civile regionale, la soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Trapani, il sindaco e il responsabile della protezione civile comunale.
Fatto i conti con il vincolo paesaggistico
Considerato il vincolo paesaggistico che insiste sull’area, è stato deciso di realizzare la recinzione del perimetro con paletti in legno di castagno alti circa tre metri e una rete zincata. Nelle prossime settimane si terrà un nuovo sopralluogo della protezione civile regionale insieme all’ufficio tecnico del Comune di Poggioreale per rilevamenti e misurazioni di dettaglio con l’obiettivo di progettare l’intervento in maniera puntuale ed esecutiva dal momento che l’area presenta alcuni tratti impervi ed è necessaria un’adeguata cura e manutenzione.
Le costruzioni saranno censite
Parallelamente al collocamento della recinzione, si procederà con il censimento delle costruzioni da mettere in sicurezza in modo da stabilire la tipologia degli interventi all’interno dell’area che, nel corso degli anni, è stata anche oggetto di furti ed episodi di vandalismo. L’obiettivo, previsto dalla recente convenzione siglata tra la Regione Siciliana e il Comune di Poggioreale, non è solo quello – prioritario – di tutelare e valorizzare i ruderi come testimonianza storica ma anche di metterli a disposizione di tutti, esperti e non.
Ipotesi campo di esercitazione
Nel programma del governo regionale c’è anche l’intenzione di voler fare di quell’area un campo di esercitazione a disposizione della protezione civile, delle forze armate e dei vigili del fuoco e di trasformarla in un “laboratorio all’aperto” rivolto agli studiosi di sismologia, alle università, agli istituti tecnici, con una forte impronta didattica.
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