Col reddito di cittadinanza ma proprietario di un chiosco, di cavalli, case, auto e moto. Sequestro di beni riconducibili ad un marsalese di 48 anni, già arrestato lo scorso 9 maggio nell’ambito dell’operazione “Fox”. L’inchiesta portò ad 11 misure cautelari per le accuse di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti sull’asse Catania-Marsala.

Gli accertamenti patrimoniali

La Procura di Marsala e i carabinieri hanno dato esecuzione al decreto. Il nuovo provvedimento trae origine dagli accertamenti patrimoniali. Secondo gli inquirenti i beni oggetto di sequestro sarebbero il provento del lucroso traffico di cocaina. Questo perché si è evidenziato un valore sproporzionato dei beni di proprietà rispetto al reddito dichiarato dall’indagato. L’uomo infatti, disoccupato e percettore del reddito di cittadinanza, si avvaleva di prestanome. In questo modo sperava di eludere le indagini patrimoniali. Nella sua disponibilità due immobili, una casa su tre livelli e un chiosco adibito a bar, peraltro costruiti abusivamente. Aveva anche vari beni mobili, tra cui due auto e due ciclomotori, di valore non giustificabile rispetto ai redditi dichiarati.

L’ipotesi

L’ipotesi investigativa è che l’indagato si sia procurato i beni mobili ed abbia costruito gli immobili con i guadagni del traffico di droga. Beni che ha intestato a persone a lui vicine per rapporti di parentela o di amicizia proprio per non destare sospetti. I carabinieri ritengono tuttavia di essere riusciti a dimostrare la riconducibilità dei beni all’indagato. Ad essere messa in campo una minuziosa analisi dello stato patrimoniale “ufficiale” del 48enne. A finire ai raggi X i redditi “leciti” del nucleo familiare dell’indagato e della moglie. Nella loro complessiva valutazione tra il 2017 e il 2021 non sarebbero stati sufficienti neppure a far fronte alle esigenze primarie di vita. E invece avevano un patrimonio immobiliare, ed anche economico-finanziario, particolarmente ingente.

L’operazione

Nell’operazione “Fox” erano state sottoposte a sequestro preventivo due società di vendita e noleggio veicoli con sede a Marsala. Erano riconducibili a un altro marsalese. Gli indagati avrebbero organizzato, in più occasioni, il trasporto della droga da Catania a Marsala avvalendosi di insospettabili autovetture a noleggio intestate alle società marsalesi sequestrate. Sarebbero giunti, ogni mese, 2 chilogrammi circa di cocaina che avrebbe inondato la città favorendo lucrosissime entrate illecite per i trafficanti.

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