Il teatro esterno dell’istituto Don Bosco Ranchibile ha ospitato, ieri sera, per un’ora e trenta, il dibattito che ha visto protagonisti i sei candidati a sindaco di Palermo e l’arcivescovo della città, Corrado Lorefice.
Durante l’incontro, coordinato da Luigi Perollo, Lorefice ha posto ai candidati domande relative ai programmi per l’amministrazione del capoluogo siciliano, quinta città d’Italia.

Il monito dell’arcivescovo all’inizio della serata

Prima di entrare nel vivo dei programmi strettamente politici, Lorefice ha rivolto un monito ai candidati:
“Palermo – ha detto l’arcivescovo – il prossimo 12 giugno è chiamata al voto, in una data particolare, tra il 23 maggio e il 19 luglio, mentre ricorda il significato del martirio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli agenti di scorta. Noi diciamo no alla mafia, in maniera forte e chiara e so che ognuno di voi lo sente dentro e lo farà echeggiare nelle piazze, quali che siano le proprie responsabilità di governo. La Palermo che ho conosciuto e che sta facendo i conti con le conseguenze di una ferita epocale, è una città che porta i segni di forti squilibri sociali ed economici, il divario delle disuguaglianze si allarga”. Lorefice ha quindi, con queste parole, richiamato i candidati ad un impegno forte e concreto per risanare la città.

Le periferie di Palermo

La prima domanda è stata quella relativa alle periferie della città e alle loro difficoltà.
Franco Miceli, candidato del centrosinistra e del M5S ha risposto: “Penso a una città policentrica in cui il decentramento sia elemento fondante, e poi bisogna ragionare in termini di partecipazione. Per le periferie servono azioni concrete e operative. Abbiamo messo al centro del nostro programma un punto fondante che è il tema del decentramento”. Miceli ha sottolineato poi “le condizioni di disagio e di diseguaglianze in queste realtà”.
Ha parlato di “tanto degrado e tanto bisogno” nelle periferie di Palermo Roberto Lagalla, candidato del centrodestra che in questi giorni sta visitando i quartieri della città in camper. “Ho visto nelle parrocchie erogare buste per alimenti per sostenere quelli che non ce la fanno o hanno perso il lavoro – ha detto l’ex rettore dell’Università di Palermo -. Mi sono scontrato e ci stiamo scontrando con le nuove povertà che vengono spesso dagli eventi che ci hanno interessato più di recente. E’ ormai irrinunciabile governare la città responsabilizzando maggiormente le circoscrizioni”.
Per Ciro Lomonte (Siciliani Liberi) per aiutare le periferie “bisogna fare un piano regolatore generoso, bisogna fare in modo che le aree periferiche diventino borghi autosufficienti con tutti i servizi e belle. In cui i cittadini siano orgogliosi di abitarvi”.
Francesca Donato, ex leghista ed eurodeputata che si presenta con una lista civica, ha voluto ampliare il tema delle periferie, facendo riferimento a quelle non solo geografiche: “Io parto svantaggiata sulle periferie, io ho vissuto a Palermo solo negli ultimi 23 anni e in questi anni lavorando al Parlamento europeo ho concentrato la mia attività nella circoscrizione Sicilia-Sardegna”. Donato ha parlato di una “ricetta comune per uscire dalle periferie”. “Una ricetta che passa dalla comunicazione, bisogna eliminare l’isolamento fisico e strutturale che porta con delle vie di comunicazione che sappiano essere efficienti, che siano accessibili a tutti i cittadini. Ma è importante anche vincere l’emarginazione con una presenza fisica del sindaco e delle istituzioni in ogni area della città”. Donato ha specificato di voler attuare, se eletta, “momenti di valorizzazione attraverso delle feste o ricorrenze, che vengono collocate nelle zone periferiche dove questo non accade mai, per dare momenti di vitalità e fare pensare ai cittadini che non sono dimenticati ma sono nel cuore di chi li governa”.
Il candidato di +Europa, Azione e Oso, Fabrizio Ferrandelli, ha iniziato il suo intervento dicendo che “non è solo Donato a partire svantaggiata sulle periferie perché sono diversi i candidati che non hanno mai frequentato le periferie di Palermo…”. “Siamo la città in cui uno su dieci non concluse gli studi – ha detto – in Sicilia il 57 per cento dei siciliani ha problemi ad avere una dizione dell’italiano. Io non credo nelle circoscrizioni. Ad un cittadino che sta al Capo, non è un riferimento prossimo la sede di circoscrizione che sta in via Lincoln”.
Ferrandelli ha fatto riferimento a “quelle 208 scuole che chiudono alle 14 e che dobbiamo tenere aperte dalle 14 a mezzanotte per organizzare attività teatrali e sportive”. Rita Barbera, l’ex direttrice del carcere Ucciardone di Palermo, che si candida con una lista civica di sinistra, ha parlato del senso di “totale solitudine” di chi abita nelle periferie. “E’ come se ci fosse un altro mondo – ha precisato- le persone nelle periferie si sentono abbandonate”.

Il fuori programma sull’emergenza climatica

Dopo le risposte alla prima domanda, c’è stato un fuori programma. Una ragazza, Giorgia Adragna, presente al dibattito, ha mostrato un cartellone sull’emergenza climatica e la mancata tutela ambientale e ha distribuito dei volantini. Sono seguite altre domande con risposte dei candidati.

Il cimitero dei Rotoli

Ma le emergenze da affrontare a Palermo sono tante. Basti pensare alla vergognosa situazione del cimitero dei Rotoli e alle bare insepolte, balzata numerose volte agli onori delle cronache nazionali.
I candidati a sindaco hanno proposto possibili soluzioni secondo i loro programmi di amministrazione della città.
Francesca Donato ha parlato della costruzione di “un nuovo cimitero metropolitano” e ha chiesto di “risolvere il problema delle cremazioni”. Ha parlato anche di un cimitero della comunità islamica. Per Ciro Lomonte, l’obiettivo è “fare un piano serio, facendo altre aree di inumazione”. Roberto Lagalla ha ricordato che sono arrivati due milioni di euro” e il Comune “sta disponendo lavori dei lotti di lavori, la soluzione è di avviare i campi di inumazione – ha detto – c’è una possibilità di acquisizione di tombe, va risolto il problema”.
Franco Miceli ha messo l’accento sulla necessità immediata di “affrontare intanto l’emergenza, la situazione è dolorosa, servono interventi speciali e di emergenza”. Fabrizio Ferrandelli ha ricordato l’esposto presentato in Procura proprio sul cimitero dei Rotoli. “Le discussioni che ho sentito non tengono conto che qualsiasi allargamento del campo di inumazione passa dal superamento dell’impasse del collaudo del costone roccioso”. Ferrandelli ha ricordato poi che “serve un nuovo forno crematorio”. “Un nuovo campo di inumazione” è stata la proposta di Rita Barbera.

Lorefice ha ricordato i martiri della città invitando i candidati alla riflessione

Il dibattito tra i candidati a sindaco si è concluso con una richieste precisa di Lorefice che ha voluto invitarli alla riflessione e ancora all’impegno: “Siete disposti a essere soci di questi martiri testimoni di questa città? Da Falcone a Borsellino, da Dalla Chiesa a don Pino Puglisi?”.

(foto di Andrea Rera)

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