Aveva solo sei mesi ed è morto tra le braccia dei medici di Emergency a bordo della Open Arms. Il piccolo, Joseph, figlio di una ragazza della Guinea, era stato salvato nella tarda mattinata nel naufragio del gommone con 120 persone a bordo andato a fondo a 30 miglia dalla costa di Sabratha ma le sue condizioni erano apparse subito disperate tanto che dalla Ong spagnola era stato sollecitata un’evacuazione medica d’urgenza per portare il bimbo in ospedale.

Il gommone sui cui stavano cercando di attraversare il Mediterraneo non ha retto, forse, il peso dei tanti che erano a bordo. Almeno in sei hanno perso la vita, inghiotti dalle onde. Il racconto è stato testimoniato dalle foto scattate dalla Ong Open Arms intervenuta per soccorrere l’imbarcazione naufragata a bordo della quale erano presenti almeno un centinaio di persone. Fra le vittime, nonostante gli sforzi dell’equipe medica, anche un piccino di 6 mesi: si chiamava Joseph e veniva dalla Giunea.

La salma di Joseph, il neonato di 6 mesi, originario della Guinea, rimasto vittima del naufragio che s’è verificato ieri in acque libiche, è stata portata a Lampedusa (Ag) e si trova, adesso, all’obitorio dell’isola. Durante la notte, un mezzo aereo della Guardia costiera ha effettuato un’evacuazione medica urgente per due donne, una delle quali in gravidanza, e per il neonato già morto.

Due le operazioni di salvataggio della Ong, nella seconda sono stati soccorsi 65 migranti. Sul primo intervento, la Ong ha diffuso un video in cui si vedono decine di migranti in mare, la maggior parte attaccati a quel che resta del gommone su cui viaggiavano e con indosso il giubbotto di salvataggio. In base a quanto è stato possibile ricostruire, i migranti sono finiti in acqua dopo che ha ceduto il fondo del natante su cui si trovavano, forse da due giorni. I volontari di Open Arms hanno operato con due Rhib, i gommoni di salvataggio utilizzati proprio per raggiungere il più velocemente possibile le imbarcazioni dei migranti in difficoltà ed effettuare i soccorsi in mare.

Ieri sono stati 4 gli sbarchi a Lempedusa. In mattinata un barchino con 16 tunisini. Poi altri due sbarchi, con oltre 50 persone e, in tarda serata l’ennesimo approdo. Tutti sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola da dove, in mattinata, sono stati trasferiti 92 ospiti a Porto Empedocle. Nella struttura d’accoglienza, ieri mattina, restavano circa 730 persone.