“La Sanità siciliana gestita con schizofrenia in una situazione d’emergenza e non improvvisa, ma lungamente preannunciata”. Continua a tenere banco la polemica generata dal sindaco di Agrigento Lillo Firetto dopo che nella provincia di Agrigento sono scoppiati diversi focolai di Coronavirus – il più grave a Sambuca di Sicilia, dichiarato zona rossa – che avrebbero messo sotto pressione il sistema sanitario delle provincia. Questo almeno secondo il primo cittadino agrigentino. ” Nel frattempo, lo ripeto, non si può aspettare”, continua dire Firetto dopo la nota dell’Asp di Agrigento diramata ieri la quale negava una situazione di emergenza.
“Oggi invece ci troviamo in piena emergenza e non vediamo come oltre le rassicurazioni si intenda concretamente rispondere – dichiara Firetto -. Dal commissario dell’Asp, Mario Zappia, in mattinata (ieri ndr) è stata diramata una nota, preannunciatami dall’assessore Razza durante il nostro colloquio telefonico, con cui si afferma che i lavori hanno avuto un ritardo per un sequestro giudiziario. Dice che in un mese, un mese non un giorno, saranno disponibili 10 posti di intensiva e sub intensiva a Ribera. Poi, tempo imprecisato, si continuerà con ulteriori 40 posti letto ordinari e un reparto malattie infettive, non si sa di quanti posti, per il quale al momento c’è solo una delibera per individuare il personale”.
Firetto ha chiesto all’Asp di chiarire meglio che cosa ha in base al decreto assessoriale dell’8 luglio 2020 che prevede posti letto aggiuntivi in terapia intensiva e sub intensiva. “Dovrebbe chiarire meglio quando i lavori di adeguamento necessari per attivare i nuovi posti letto sono stati avviati e perché non si sono trovate soluzioni alternative visto il ritardo e il sequestro; se è stato reclutato il personale anestesista, infermieristico e gli operatori socio sanitari che servono. Il mio non è allarmismo ma enorme preoccupazione per l’ inconsistenza delle azioni regionali e delle risposte della Sanità territoriale”.
A rincarare la dose ci pensa anche il vicepresidente della Commissione Sanità all’Ars, Carmelo Pullara dopo che quattro dei pazienti Covid provenienti dalle Rsa di Sambuca di Sicilia e che erano ricoverati presso l’ospedale di Agrigento sono stati trasferiti nel reparto di medicina interna dell’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca. “Rimango sbigottito e incredulo di fronte a queste notizie – dice -. E’ assurdo che i pazienti vengano trattati come pacchi postali e trasferiti da un ospedale all’altro. Tra l’altro – aggiunge Pullara – presso il reparto di Terapia intensiva a Sciacca si trovano ricoverati altri tre pazienti risultati positivi al Covid e che non necessitano di cure intensive e nel presidio ospedaliero di Sciacca si trovano anche altri casi che sono in attesa di effettuare il tampone”.
Pullara però non accusa l’Asp di Arigento pur non comprendendo “il perché dell’intervento del Commissario Zappia, o gli operatori, una programmazione regionale di governo che con pochi pazienti ovviamente ha retto ma sotto stress evidenzia criticità e ritardi”.
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