Nel 2021 rimase coinvolto nell’inchiesta dei carabinieri che portò alla luce violenze e gravi minacce con sofferenze e lesioni della dignità di alcuni disabili.
Per questo motivo, un sedicenne di Licata è stato arrestato ed è in carcere dopo che è stata disposta la sospensione condizionale della pena nell’ambito di un’indagine per tortura, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate.
All’epoca dei fatti il ragazzo aveva 14anni e venne inchiodato dai video realizzati con i telefonini in cui si immortalavano i disabili mentre venivano picchiati, umiliati e derisi. I video erano stati cancellati ma i militari dell’Arma riuscirono a recuperare. Ed emersero, stando all’accusa, nuove torture rispetto a quelle che avevano portato, a fine gennaio del 2021, al fermo dei maggiorenni.
Inchiesta del 2021 e le condanne
Tre fermi di indiziato di delitto, firmati dal procuratore Luigi Patronaggio e dal pm Gianluca Caputo, sono stati eseguiti a fine gennaio 2021 a Licata dai carabinieri. I tre indagati vennero accusati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio. Stando all’accusa, i tre avrebbero picchiato altrettanti giovani solo perché disabili. Una delle vittime sarebbe stata pestata con un bastone, legata con del nastro adesivo e abbandonata per strada fino a quando una donna di passaggio non lo ha liberato.
In altre occasioni i tre disabili presi di mira sarebbero stati umiliati con della vernice al volto e derisi sui social. Le vittime a volte erano state legate a una sedia con un secchio in testa e picchiate. Calci, pugni, bastonate e minacce di morte. Il tutto è stato sempre filmato con gli smartphone e diffuso in rete, sui social con titoli di derisione.
Il gup di Agrigento condannò per i reati di tortura, sequestro di persona e violazione di domicilio, complessivamente a 31 anni di reclusione, quattro persone coinvolte in una indagine della Procura della Città dei Templi sui maltrattamenti subiti da alcuni disabili. Il tribunale dispose anche il pagamento di una provvisionale, immediatamente esecutiva, in favore delle vittime di oltre 35 mila euro.
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