• Disabile usata per fare pornografia
  • L’accusa mossa ad un 24enne
  • La disabile era anche minorenne

I carabinieri di Caltanissetta, supportati dai colleghi di Enna, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 24enne pregiudicato di Valguarnera Caropepe, per il reato di pornografia minorile. Vittima della condotta una ragazza, figlia di una parente della compagna dell’autore del reato, all’epoca dei fatti minorenne e affetta da un disturbo psichico che ne ha comportato – nel tempo – il collocamento in una comunità alloggio.

Le indagini, iniziate nei primi mesi del 2020 e concluse quasi un anno dopo, hanno permesso di ricostruire una fitta rete di contatti tra la ragazza e il suo aguzzino tramite l’applicativo di un noto social network, nel corso dei quali si ripeteva sempre lo stesso schema: l’uomo, consapevole della minore età e dello stato psicologico della ragazza, richiedeva foto e contenuti che ritraessero la minorenne nuda. Le risultanze investigative, svolte attraverso l’acquisizione di informazioni da parte della stessa vittima, degli assistenti sociali e dei responsabili della struttura di accoglienza, nonché attraverso l’analisi dei contenuti rinvenuti nei telefoni dell’arrestato e della ragazza, hanno fornito un chiaro quadro accusatorio tale da ritenere opportuna la misura cautelare della detenzione in carcere.

La consumazione del reato contestato si è realizzata  nella continuata induzione ed istigazione da parte dell’uomo a farsi inviare il materiale pornografico, facendo insorgere nella vittima l’intenzione e la successiva accettazione nell’assecondare le precedenti richieste.

Nel territorio ennese brucia ancora un’altra ferita sociale dovuta ad una vicenda diversa ma che ha lasciato sgomenti. Anche in quel caso protagonista/vittima una disabile ma ospitata all’Oasi di Troina. Per quella vicenda è stato arrestato un assistente dal quale la stessa struttura ha immediatamente preso le distanze condannando gli eventi e fornendo collaborazione agli inquirenti dopo la denuncia venuta dalla famiglia