“L’ennesima discarica chiusa per irregolarità tecnico-amministrative dell’impianto e le conseguenti ricadute sul territorio con contaminazione del suolo e delle acque e di pregiudizio per l’ambiente e per la salute pubblica”. Lo dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia dopo il sequestro della discarica di Siculiana, in provincia di Agrigento, gestita dalla Catanzaro Costruzioni.

Non è più ammissibile leggere queste notizie. E ancora una volta, denunciamo che si tratta di una gravissima responsabilità politica di tutti i governi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni, dell’intero arco parlamentare, di chi sta in maggioranza e, persino, di chi dall’opposizione non ha sollevato la questione seriamente e fino in fondo, chiedendo, come noi facciamo da tempo, soluzioni alternative e coerenti al ‘sistema delle discariche”.

“L’unica soluzione resta quella di puntare, in modo drastico, senza contraddizioni o tentennamenti, sulla raccolta differenziata – continua Zanna – costruire tanti impianti di riciclo diffusi in tutta la regione a partire dai digestori anaerobici per produrre biometano e compost; prevedere la chiusura di tutte le attuali discariche al completamento delle loro capacità di abbancamento, portando, eventualmente, i rifiuti fuori dalla Sicilia. Contrari, ovviamente, a qualsiasi ipotesi di ampliamento delle discariche. Nel caso della discarica di Siculiana, in un eventuale processo, ci costituiremo parte civile”.

Ieri è stata sequestrata, su richiesta della Procura di Agrigento, la discarica e l’attiguo impianto di contrada MataranoIl provvedimento, emesso dal Gip Francesco Provenzano, è stato eseguito dai carabinieri per la Tutela dell’ambiente – Nucleo operativo ecologico di Palermo e dalla Guardia di finanza, nucleo di polizia economico finanziaria di Agrigento.

L’atto giudiziario chiude una prima fase di indagini, avviate nel 2018 dai carabinieri del nucleo Operativo ecologico di Palermo, coordinate dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dal sostituto Alessandra Russo, circa le irregolarità tecnico-amministrative dell’impianto e le conseguenti ricadute delle stesse sul territorio, in termini di contaminazione del suolo e delle acque e di pregiudizio per l’ambiente e per la salute pubblica.

L’indagine che ha portato al sequestro della discarica della Catanzaro costruzioni, a Siculiana (Agrigento), e all’iscrizione di tre persone nel fascicolo degli indagati, ha avuto origine dalla raccolta e dall’ascolto di tante segnalazioni provenienti da privati, enti e istituzioni, pubbliche e private.

Lo scorso anno, è stata eseguita una complessa attività di acquisizione documentale, svoltasi parallelamente al conferimento di un incarico di consulenza tecnica collegiale finalizzata al vaglio dello stato, materiale e giuridico dell’impianto, della conformità degli impianti e delle relative autorizzazioni e concessioni, alla normativa tecnica in materia e degli effetti che si fossero eventualmente determinati o che potessero determinarsi sull’ambiente. La discarica, che si occupa di un servizio di pubblica utilità, su indicazione del gip Provenzano, è stata consegnata a due amministratori giudiziari con l’incarico della gestione dell’impianto di discarica in sequestro “nei limiti di tale utilità, con riferimento alle commesse provenienti da enti pubblici o, comunque, aventi carattere pubblicistico, purché nel rispetto della normativa ambientale e al fine di regolarizzare l’attività”.

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