La Regione Siciliana mette in sicurezza il centro di Sant’Angelo Muxaro (Ag), per 25 anni preda di fenomeni di dissesto idrogeologico.
Risale al 1994 la prima ordinanza comunale di chiusura al pubblico della zona archeologica di Sant’Angelo Muxaro ma solo oggi, dopo 25 anni, si sblocca l’iter per mettere in sicurezza tutta l’area e per renderla pienamente fruibile, grazie alla Struttura contro il dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci che finanzia la progettazione esecutiva per il consolidamento del versante meridionale del Comune che comprende, oltre al sito archeologico, anche il centro abitato tra via Trento e via Guarino Amella, nella parte a monte del costone.
Negli ultimi vent’anni si sono verificati diversi distacchi di blocchi lapidei dalla rocca, con rischi elevati per i visitatori della necropoli e per i pedoni. La trazzera De Angelis, via di accesso alla riserva naturale Grotta Ciavuli, dopo dieci anni e sempre a causa dei crolli di massi, risulta ancora chiusa. Una situazione critica se solo si considera che l’unica parte dell’area archeologica visitabile è quella che ospita la Tomba del Principe e che non è possibile ammirare le splendide grotte di grande interesse speleologico e naturalistico e le tombe a grotticella scavate ai fianchi del colle.
Il progetto di consolidamento, oggi finanziato dall’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, diretto da Maurizio Croce, prevede l’installazione di reti metalliche e l’imbracaggio di singoli massi con funi, ma anche una serie di sottomurazioni e drenaggi.
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