Il nucleo investigativo antincendi dei vigili di Palermo ha confermato quanto già emerso nel primo pomeriggio di venerdì: non ci sono tracce di benzina o altro liquido infiammabile all’interno dell’abitazione di vicolo Avenia dove è stato trovato il cadavere carbonizzato di Maria Rus, 54 anni, una delle due donne romene uccise a Naro in provincia di Agrigento nella notte tra giovedì e venerdì scorso.

Il “Nia” dei pompieri e l’unità cinofila “Aika” hanno ultimato i rilievi all’interno dell’appartamento e accertato che per appiccare le fiamme non è stato utilizzato alcun tipo di “accelerante”. Confermato quindi il fatto che l’incendio sarebbe stato appiccato alla poltrona davanti la quale è stato trovato il corpo carbonizzato la donna.

Massacrate per non essersi concesse sessualmente

Uccise per aver rifiutato di avere rapporti sessuali con l’assassino, un loro connazionale di 24 anni. Assassinate al culmine di molestie, aggressioni fisiche e tentati stupri in una notte dell’orrore, figlia dei fumi dell’alcol ma certamente non soltanto di quelli. L’assassino, infatti, ha cercato di coprire le proprie tracce, ha chiesto di mentire per lui per procurarsi un alibi ma la comunità romena alla quale appartiene tanto lui quanto le sue vittime, gli ha detto di no ed ha collaborato alle indagini.

La ricostruzione della notte dell’orrore

Sono particolari agghiaccianti quelli che emergono dalla ricostruzione del duplice omicidio di Naro in provincia di Agrigento, confermata anche dalle autopsie che mostrano lesioni multiple a dimostrazione del fatto che le donne sono state letteralmente massacrate. Omar Edgard Nedelkov, 24 anni, la sera fra il 4 a il 5 gennaio era a cena, insieme con un amico, a casa di Delia Zarniscu. I tre hanno bevuto tanto ma quando il giovane ha tentato di aggredire sessualmente la donna, questa l’ha messo alla porta, letteralmente buttato fuori di casa insieme all’amico. E qui che scatta la follia.

Il racconto dell’amica

Durante la cena Delia aveva parlato della sua amica separata da poco e rimasta sola a casa. Nedelkov se lo ricorda. Viene ripreso dalle telecamere mentre va a casa di Maria Russ accompagnato dall’amico che, però, davanti al portone saluta e se ne va. Maria Russ sarà la sua prima vittima. L’aggredisce sessualmente, poi la uccide e dà il suo corpo alle fiamme. Resta fuori di casa e col cellulare controlla dalla strada, che il corpo bruci l’ha dove lo aveva riposto, su una poltrona. Le telecamere di strada lo riprendono mentre con la torcia del cellulare verifica l’andamento del fuoco.

Un omicidio non basta

Ma la prima aggressione e il primo omicidio non gli bastano. Torna da Delia, la donne con cuin aveva cenato e che lo aveva rifiutato e messo alla porta, sfonda quella porta e tenta di violentarla. Lei si difende e viene colpita con qualsiasi oggetto si trovi in casa fino ad ucciderla. le scaglia contro perfino il televisore. Poi, coperto di sangue, il giovane chiama la sua ex fidanzata con la quale si è lasciato da qualche settimana. Lo fa per procurarsi un alibi Chiama anche l’amico per chiedere aiuto a far sparire anche questo cadavere e i suoi vestiti insanguinati ma nessuno lo copre.

L’arrivo dell’amico

Al suo arrivo l’amico resta sconvolto e vuole chiamare i carabinieri ma viene picchiato. Scappa e fa scattare l’allarme. Poi le vede le fiamme a casa della prima vittima e chiama anche i vigili del fuoco. Anche la ex fidanzata si presenterà ai carabinieri a raccontare tutto così come la madre dell’assassino consegnerà, fra le lacrime, gli abiti insanguinati. E’ la comunità romena a fare pulizia e consegnare il mostro alle autorità, colpita dall’orrore e dalla furia cieca del giovane violento già noto per i suoi eccessi. In occasione dei funerali a Naro sarà lutto cittadino

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