“Di fronte alla intollerabile situazione igienico-sanitaria a bordo di Alex ha dichiarato lo stato di necessità e si sta dirigendo verso il porto di Lampedusa unico possibile porto sicuro di sbarco”. Lo scrive su twitter Mediterranea Saving Humans.
“Siamo a un’ora di navigazione da Lampedusa – scriveva poco prima Mediterranea Saving Humans – abbiamo proposto varie soluzioni per portare i naufraghi a Malta ricevendo sempre la stessa risposta: NO. Abbiamo chiesto: ‘Possiamo avere cibo e gasolio per andare a Malta?’ La risposta è stata no”. ‘Possono andare a malta con motovedette maltesi?’ Ancora No”. ‘Possono andare a Malta con la Guardia costiera italiana?’ No. ‘Ci siamo chiesti: salviamo queste persone? Sì”.
Diversa la versione ufficiale dei fatti fornita dalle autorità. Il Centro di coordinamento del salvataggio di Malta aveva offerto come “gesto di buona volontà” la disponibilità del Governo maltese allo sbarco sull’isola dei migranti.
Ma la stessa ong, aveva replicato però che “per le condizioni psicofisiche delle persone a bordo e le caratteristiche della nave, non è in grado di affrontare la traversata verso Malta. Ma siamo disponibili a trasferire i naufraghi su motovedette maltesi o della Guardia Costiera italiana”, concludeva Mediterranea.
“Il salvataggio si conclude con lo sbarco delle persone salvate in un porto sicuro. Che sia Malta o Lampedusa, va bene in egual modo. È necessario ribadire che la situazione della nostra imbarcazione e le condizioni delle persone a bordo non ci consentono di affrontare viaggio fino a La Valletta”. Così Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea Saving Humans. “Quindi – aggiungeva – chiediamo che si muovano le motovedette della Guardia costiera italiana o maltese effettuino un trasbordo. Questi mezzi sono attrezzati, mentre la Alex non lo è. Noi eravamo in missione di monitoraggio quando ci siamo trovati ad affrontare il salvataggio, un obbligo di legge”.
Ma il Viminale, dopo lo sbarco dei migranti più fragili per motivi sanitari, era tornato ad invitare il veliero Alex a dirigersi a Malta per consentire i normali controlli di legge sottolineando come l’imbarcazione avesse già affrontato la traversata da Licata fino alle acque libiche e da lì fino a 12 miglia da Lampedusa quindi non c’erano condizioni ostative per raggiungere malta più vicina rispetto alla Libia.
Intanto un altra nave delle Ong sta arrivando e forzerà i blocchi. si tratta della Alan Kurdi (LEGGI QUI)
Ma Mediterranea spiega il suo ‘stato di necessità’ attraverso il quale conta di ottenere un pronunciamento analogo a quello della Sea Watch. A bordo, a quanto si apprende, i rifornimenti di acqua sono finiti e i servizi igienici sono inservibili. “Quando si tratta di vite umane, il limite delle acque territoriali non vale”, scrive la Ong che aggiunge: “Alex forza il blocco e punta verso il porto di Lampedusa, siamo in stato di necessità”.
“La nave dei centri sociali, che a quest’ora sarebbe già arrivata a Malta che aveva dato la disponibilità di un porto sicuro, infrange la legge, ignora i divieti ed entra in acque italiane. Le Forze dell’ordine sono pronte ad intervenire, vediamo se anche in questo caso la ‘giustizia’ tollererà l’illegalità: in un Paese normale arresti e sequestro della nave sarebbero immediati. Questi non sono ‘salvatori’, questi sono complici dei trafficanti di esseri umani” dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
“Ieri sono stati consegnati più di 400 litri di acqua potabile alla barca a vela Alex e altrettanti sono stati successivamente rifiutati. Oltre all’acqua, l’Italia ha garantito cibo, coperte e medicinali” dice il vicepremier Matteo Salvini. “Attraverso il proprio ufficio stampa, Alex ha fatto sapere che le bottiglie d’acqua erano troppo ingombranti e a causa delle condizioni igienico-sanitarie ha deciso di infrangere il divieto di accesso nelle acque italiane”, aggiunge il titolare del Viminale. “Pur di infrangere la legge mettono a rischio la vita degli immigrati”, commenta Salvini.
Poco dopo le 17 il veliero Alex è entrato nel porto di Lampedusa scortato da una motovedetta della Guardia di finanza e un gommone della Capitaneria di porto.
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