“Il governo Musumeci ha attivato da tempo le procedure per definire positivamente il futuro della Scala dei Turchi e la prossima settimana abbiamo convocato una riunione per individuare la soluzione migliore che porti a una conclusione rapida della vicenda, soddisfacente per tutte le parti in causa”. Lo dice l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, dopo che si acceso il dibattito sulla gestione della famosa distesa di marna bianca nell’Agrigentino.

“Vendiamola a Elon Musk”

Dopo la provocazione del proprietario di una parte della scogliera, che si sarebbe detto disposto a venderla all’asta, la giunta regionale torna a parlare della scogliera agrigentina. “Come sanno bene il privato e il suo legale – precisa l’assessore Cordaro – la Regione Siciliana si è da subito fortemente impegnata per la risoluzione del problema, interessata alla tutela e alla valorizzazione di un bene di grande pregio naturalistico. Si è dovuta attendere la conclusione dell’iter giudiziario che, per alcuni anni, ha interrotto sub iudice la questione relativa alla titolarità del bene. Ma la Regione ha lavorato e continuerà ad adoperarsi per trovare la sintesi tra il Comune di Realmonte, che rivendica la titolarità della gestione, e il proprietario che deve cederla in maniera giuridicamente corretta”.

La provocazione del proprietario

La Scala dei turchi in vendita. Sa molto di provocazione ma intanto il suo proprietario, l’imprenditore Ferdinando Sciabarrà, lo ha detto a chiare lettere: “La metto all’asta”. E fa appello addirittura ad un grande magnate come Elon Musk, il fondatore della nota casa automobilistica Tesla, affinchè la acquisti lui e la gestisca in assoluta sicurezza con le proprie enormi risorse finanziarie.

Le polemiche

L’uscita di Sciabarrà non è stata casuale ma arriva a conclusione di una serie d’interlocuzioni avute con Regione e Comune di Realmonte. Secondo quanto sostiene l’imprenditore, attraverso le pagine del Corriere della sera, ci sarebbero stati diversi incontri e contati con politica e istituzioni. Tutti d’accordo nella tutela e valorizzazione del sito. “Ma al momento di concretizzare non è mai successo nulla” sostiene. Addirittura dice che era disposto a donare il sito ma a parte le buone intenzioni no ci sarebbe stato mai un vero interessamento.

Le preoccupazioni

L’imprenditore, che lo scorso anno ha vinto un lungo braccio di ferro giudiziario riuscendo a dimostrare la proprietà della Scala dei turchi, è preoccupato per il flusso di turisti enorme che non si riesce a controllare. Le staccionate poste come confine non sarebbero in grado di poter evitare che i turisti si “infiltrino” abusivamente e così gli ingressi contingentati vanno a farsi benedire. Per di più c’è un pericolo di frane, con i potenziali smottamenti della roccia.

Il pericolo risaputo

Che ci siano situazioni pericolose alla Scala dei turchi è risaputo da anni. Già nel 2018 l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, si era recato, su invito del sindaco di Realmonte, al sito Unesco. In quell’occasione furono rilevati disagi provocati dal pericolo di cedimento di un costone che insiste sulla spiaggia sottostante. Si era parlato della necessità di un intervento della struttura commissariale per il dissesto idrogeologico, al fine di individuare le azioni più concrete ed immediate da porre in essere per mettere in sicurezza le migliaia di visitatori, scongiurando il potenziale pericolo incombente.

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