Cinque magrebini, quasi certamente tunisini ospiti dell’Hot spot di Lampedusa, avrebbero tentato stamane di violentare nella sua abitazione una donna di Lampedusa. I cinque avrebbero desistito di fronte alla reazione della vittima, che oltre ad affrontarli con un bastone, ha cominciato a gridare e a chiedere aiuto facendo credere loro che ci fossero alcuni familiari in casa. La donna, che ha 50 anni, ha presentato denuncia ai carabinieri che hanno avviato le indagini per identificare gli aggressori.
L’abitazione della donna, sposata e con figli, si trova lungo la strada che dalla struttura di accoglienza di contrada Imbriacola conduce fino al centro del paese. E’ stata la stessa vittima a chiamare i carabinieri e a raccontare nei dettagli il tentativo di violenza sottolineando che gli aggressori erano quasi certamente tunisini. In questo momento l’hot spot di Lampedusa ospita circa 500 nordafricani, quasi tutti tunisini; gli ultimi 105 sbarcati la notte scorsa.
Nei giorni scorsi il sindaco Totò Martello aveva denunciato la mancanza di sicurezza sull’isola, segnalando una serie di reati come piccoli furti e molestie che sarebbero stati commessi proprio dai tunisini. Queste sue dichiarazioni avevano innescato una dura polemica anche con l’ex primo cittadino Giusi Nicolini.
“Cinque soggetti extracomunitari, certamente appartenenti al centro di accoglienza, sono entrati a casa mia mentre stavo svolgendo le faccende di casa…Gli stessi si posizionavano dalla parte opposta del tavolo al quale stavo lavorando e cominciavano a canzonarmi, mandandomi da debita distanza dei bacetti, continuando a ridere e facendo versi esplicitamente allusivi alla sfera sessuale”: così la 50enne lampedusana, che ha denunciato un tentativo di violenza sessuale da parte di un gruppo di migranti, ha raccontato quanto sarebbe accaduto questa mattina.
“I cittadini extracomunitari – ha aggiunto nella sua denuncia – mi coglievano letteralmente di soprassalto e io per reagire alla loro presenza gli urlavo che avrei chiamato mio marito e i carabinieri, ma alle mie parole rispondevano con fragorose risate”.
“Solamente uno di loro – ha proseguito – ha simulato il gesto di abbracciarmi, provando ad avvicinarsi un po’ di più, ma io, prendendo un bastone, lo allontanavo immediatamente”. I migranti sarebbero poi fuggiti temendo l’arrivo dei
carabinieri.
Di fronte a quest’ultimo episodio torna a parlare il sindaco dell’Isola: “Quando ho segnalato che c’era un problema sicurezza a Lampedusa sono stato accusato di essere razzista e xenofobo. Adesso i fatti mi stanno dando
ragione”. Il sindaco di Lampedusa Totò Martello un mese fa aveva lanciato l’allarme: “Attenzione, l’isola è al collasso. I bar sono pieni di tunisini che si ubriacano e molestano le donne. Bisogna chiudere l’hotspot, una struttura inutile che non serve a niente”.
“Da sindaco – spiega – ho il dovere di sollevare i problemi della mia isola, altri hanno il problema di costruire carriere
politiche. La questione fondamentale è quella relativa al controllo del territorio: Lampedusa non può ospitare più di 250 migranti; in questo momento sono oltre il doppio. Gli ultimi cento tunisini sono sbarcati la notte scorsa, rimpiazzando quelli che erano appena stati trasferiti sulla terraferma”.
Dopo un periodo di relativa calma, da alcune settimane a Lampedusa sono infatti ripresi gli sbarchi da parte di migranti provenienti non più dalla Libia, dove si concentra la maggior parte dei profughi, ma dalla Tunisia. “E’ cambiata la tipologia delle persone che arrivano a Lampedusa”, sottolinea Martello senza voler aggiungere altro. Anche se appare chiaro il riferimento al fatto che tra i tunisini sbarcati sull’isola vi sarebbero numerose persone con precedenti penali.
“Occorre accelerare le procedure di trasferimento dei migranti dall’isola. Il mio dovere – aggiunge il sindaco – è
quello di segnalare tempestivamente i problemi del territorio. E’ quello che ho fatto anche stamane, dopo avere incontrato il marito e il figlio della donna che ha denunciato l’aggressione subita in casa. Ho già parlato con la Prefettura e con le forze dell’ordine, adesso chiederò di parlare con il ministro. Lampedusa è un’isola ospitale, ma la sicurezza è la prima cosa che bisogna assicurare non solo ai lampedusani ma agli stessi migranti”.
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