- Oggi la beatificazione ad Agrigento di Rosario Livatino
- Sarà il primo magistrato beato nella storia della Chiesa
- La Santa Sede ha riconosciuto il suo martirio “in odium fidei”
- Livatino è stato assassinato dalla Stidda il 21 settembre del 1990, aveva 38 anni
E’ il giorno della beatificazione di Rosario Livatino, il giudico “ragazzino” ucciso il 21 settembre del 1990 all’età di 38 anni. Sarà il primo magistrato beato nella storia della Chiesa.
Ieri sera la veglia di preghiera
Ieri sera, nella chiesa di S. Domenico a Canicattì, l’Arcivescovo Coadiutore ha presieduto una celebrazione vigiliare in attesa della beatificazione.
Tutte le comunità dell’Arcidiocesi sono state invitate a unirsi alla preghiera della Chiesa Agrigentina, celebrando in segno di comunione la stessa veglia.
La celebrazione è stata trasmessa da Canicattì in diretta streaming sul canale YouTube dell’Arcidiocesi di Agrigento.
La beatificazione
La beatificazione si terrà a partire dalle 10 nella Basilica Cattedrale di Agrigento alla presenza di vescovi e familiari di Livatino.
Il rito sarà presieduto dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La data del 9 maggio non è casuale: proprio in questo giorno, nel 1993, nella Valle dei Templi di Agrigento, Giovanni Paolo II, in visita in Sicilia, rivolse il suo invito alla conversione ai mafiosi: “Convertitevi! una volta verrà il giudizio di Dio!”.
Chi era Rosario Livatino
Sul sito dell’Arcidiocesi di Agrigento, è disponibile il libretto con il testo della celebrazione della beatificazione dove viene tracciato il profilo del servo di Dio che oggi diverrà beato.
“Primo e unico figlio – si legge nel libretto – di Vincenzo Livatino e Rosalia Corbo, Rosario Angelo Livatino nacque a Canicattì, Provincia e Arcidiocesi di Agrigento, il 3 ottobre 1952 e fu portato al fonte battesimale il 7 dicembre successivo nella locale chiesa parrocchiale di San Pancrazio. Terminati gli studi ginnasiali-liceali dal 1958 al 1971, si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università di Palermo, dove il 9 luglio 1975 conseguì la Laurea con il massimo dei voti. Sulla tesi scrisse il suo motto: “Sub tutela Dei”. Superato il concorso per entrare in Magistratura, fu impiegato presso l’Ufficio del Registro di Agrigento. Dal 18 luglio 1978 lo troviamo attivo per il tirocinio presso il Tribunale di Caltanissetta. Il 24 settembre 1979 gli vennero conferiti gli impegni giurisdizionali con l’immissione in ruolo e con l’incarico di Uditore giudiziario con funzioni di Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento. Il 21 agosto 1989 gli fu affidato l’incarico di Giudice della sezione penale presso lo stesso Tribunale di Agrigento, che egli svolse per poco più di un anno. La mattina del 21 settembre 1990, infatti, mentre si recava senza scorta con la sua Ford Fiesta da Canicattì al Tribunale di Agrigento, cadde per mano di un commando di killer mafiosi, agli ordini delle Stidde di Canicattì e Palma di Montechiaro, di Cosa Nostra, e che odiavano la sua fede e la sua integrità nell’esercizio della giustizia”.
Ucciso “in odium fidei”
Nel dicembre scorso, la Santa Sede ha riconosciuto il martirio di Livatino “in odium fidei”, cioè in odio alla fede. Papa Francesco ha, quindi, autorizzato la promulgazione del decreto nel corso di un’udienza con il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi.
Per sostenere il processo di canonizzazione sono stati raccolti, durante il tempo, documenti e testimonianze per un totale di 4mila pagine. Tra i testimoni c’è anche uno dei killer del giudice ragazzino, Gaetano Puzzangaro, che sta scontando l’ergastolo. Il motto di Livatino era, come detto, “sub tutela dei”, ovvero sotto la tutela di Dio, la sigla con cui chiudeva le sue annotazioni in agenda. Giovanni Paolo II lo definì “martire della giustizia e indirettamente della fede”.
La diretta radiofonica
Sulle frequenze di Radio Spazio Noi-InBlu, emittente radiofonica dell’Arcidiocesi di Palermo, oggi a partire dalle 9:55 sarà trasmessa dalla Cattedrale di Agrigento la Santa Messa celebrata dal Cardinale Marcello Semeraro con la cerimonia di beatificazione del Servo di Dio Rosario Angelo Livatino. La diretta sarà a cura di Radio InBlu e sarà irradiata sulle frequenze in FM 88.0, 88.5, 99.3 e 106.3.
Il dramma lirico “Sub Tutela Dei” al Teatro Bellini di Catania
Anche il mondo dell’arte ricorda Rosario Livatino. Verrà eseguito oggi, in prima mondiale assoluta, nel Teatro Massimo Bellini di Catania, il dramma lirico ‘Sub Tutela Dei’. L’opera, su iniziativa del direttore artistico Fabrizio Maria Carminati, è incentrata sulla figura del magistrato. La musica è del compositore etneo Matteo Musumeci, il libretto di Vincenzo Vitale. Nel cast vocale nel ruolo del primo giudice il mezzosoprano Anastasia Boldyreva e in quello del giudice Livatino il tenore Ivan Ayon Rivas, mentre come primo imputato agisce il baritono Franco Vassallo e come secondo imputato il soprano Francesca Dotto. Voce recitante sarà Massimo Popolizio. L’Orchestra del Teatro Massimo Bellini sarà diretta da Gianluigi Dettori.
L’opera lirica sarà eseguita in forma di oratorio, scelta prudenziale a causa dell’emergenza sanitaria che, nella Sicilia in zona arancione, non consente la presenza del pubblico. La première del 9 maggio sarà ripresa da Classica HD che realizzerà uno speciale che andrà in onda il 2 giugno in prima serata. “Se ‘il rendere giustizia è preghiera’, come scriveva il giudice Livatino – afferma Salvo Pogliese nella doppia veste di sindaco di Catania e presidente del Teatro Bellini – allora l’eccezionale liturgia che il nostro tempio della musica celebra con questa opera straordinaria è una solenne preghiera laica dedicata a un uomo di fede e giustizia. Un rito in grado anche di coniugare, agli occhi del mondo, la storia di questa prestigiosa istituzione culturale con quell’essere ‘credibili’ che ‘il giudice ragazzino’ indicava come strada maestra di serietà e verità. È per questo che sento di dover rivolgere un doppio ringraziamento alla grande comunità del Teatro Massimo Bellini”.
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