• Il “giudice ragazzino” Rosario Livatino sarà Beato
  • La cerimonia di beatificazione si terrà il 9 maggio ad Agrigento
  • Lo ha annunciato l’arcivescovo Montenegro
  • Rosario Livatino venne ucciso dalla Stidda il 21 settembre 1990, aveva 37 anni
  • Si tratta del primo magistrato Beato nella storia della Chiesa

Questa mattina nella sala “Giovanni Paolo II” del Palazzo Arcivescovile di Agrigento, l’arcivescovo di Agrigento, card. Francesco Montenegro e l’arcivescovo coadiutore, mons. Alessandro Damiano hanno annunciato la data della beatificazione del giudice Rosario Angelo Livatino.

La beatificazione il 9 maggio ad Agrigento

La celebrazione si terrà domenica 9 maggio 2021, anniversario della visita di san Giovanni Paolo II nella città dei templi, nella Basilica Cattedrale di Agrigento.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle autorità civili, ecclesiali e della magistratura provinciale nonché dei comuni di Canicattì e Agrigento. In preparazione all’evento saranno predisposte delle iniziative di carattere civile ed ecclesiale sulla figura del prossimo Beato.

Ucciso “in odium fidei”

Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia della Stidda ad Agrigento il 21 settembre 1990, all’età di 37 anni, sarà dunque beato. Nel dicembre scorso, la Santa Sede, infatti, ha riconosciuto il suo martirio «in odium fidei», cioè in odio alla fede. Papa Francesco ha, quindi, autorizzato la promulgazione del decreto nel corso di un’udienza con il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi.
Si tratta del primo magistrato beato nella storia della Chiesa. Per sostenere il processo di canonizzazione sono stati raccolti, durante il tempo, documenti e testimonianze per un totale di 4mila pagine. Tra i testimoni c’è anche uno dei killer del giudice ragazzino, Gaetano Puzzangaro, che sta scontando l’ergastolo. Il motto di Livatino: «sub tutela dei», ovvero sotto la tutela di Dio, la sigla con cui chiudeva le sue annotazioni in agenda. Giovanni Paolo II lo definì «martire della giustizia e indirettamente della fede».

L’assassinio il 21 settembre 1990

Rosario Livatino è stato ucciso pochi giorni prima il suo 38esimo compleanno (era nato il 3 ottobre 1952). Il 21 settembre del 1990 si trovava a bordo della sua Ford Fiesta di colore rosso e si stava recando da Canicattì, dove viveva, al tribunale di Agrigento. È stato avvicinato e ucciso da un commando mafioso. Gli assassini, scesi da una Fiat Uno e da una motocicletta di grossa cilindrata, hanno affiancato l’auto di Livatino, costringendolo a fermarsi sulla barriera di protezione della Strada Statale. Il giudice ha provato a fuggire, cercando rifugio nella scarpata sottostante, ma è stato raggiunto da una raffica di colpi. Livatino, come riportato sulla sentenza di condanna, è stato ucciso perché “perseguiva le cosche mafiose impedendone l’attività criminale, laddove si sarebbe preteso un trattamento lassista, cioè una gestione giudiziaria se non compiacente, almeno, pur inconsapevolmente, debole, che è poi quella non rara che ha consentito la proliferazione, il rafforzamento e l’espansione della mafia”.

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