Diciannove tra mafiosi e stretti congiunti rischiano il processo nell’agrigentino perchè accusati di aver percepito illegittimamente il reddito di cittadinanza. E’ quanto scrive il Giornale di Sicilia con udienza preliminare fissata per il prossimo 13 giugno. Tra loro emergono nomi di spicco come quello di Pasquale Alaimo, 52 anni di Favara, in passato accusato di essere il fedelissimo del capo di Cosa nostra agrigentina Maurizio Di Gati, il quale ha scontato 13 anni di reclusione, oppure Sergio Cusumano, 57 anni di Agrigento, che recentemente è stato condannato in un’inchiesta antidroga a 12 anni e 8 mesi. Figura anche la moglie di un pentito, Carmela Signorino Gelo, 49 anni di Favara coniuge di Giuseppe Quaranta, allo stato ancora dietro le sbarre.
Le accuse
In tutti i casi chi ha presentato istanza ha omesso la loro condizione: se condannati o ancora in carcere o con altre misure cautelari. Nei casi dei coniugi sotto lo stesso tetto familiare non è stata riportata la condanna o la misura cautelare nell’istanza di richiesta del sussidio.
Una provincia non nuova a queste vicende
La provincia di recente è stata investita da un’operazione a tappeto dei carabinieri del comando provinciale di Agrigento, con il supporto del locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro. Ad esesre stati denunciati nel luglio scorso alle Procure della Repubblica di Agrigento e Sciacca 77 soggetti italiani e stranieri residenti nell’intera provincia, individuati quali indebiti percettori del beneficio del reddito di cittadinanza. C’era chi lavorava “in nero”, la maggior parte. Ma anche chi era stato condannato o arrestato, qualcuno addirittura per mafia. Tra loro 22 stranieri che hanno problemi con la giustizia. Il primato dei denunciati spetta a Porto Empedocle, seguito da Favara e Licata.
C’è chi vinse al lotto o al gratta e vinci
Le posizioni reddituali e la documentazione fiscale esaminata è stata quella di oltre 4.500 soggetti, su complessivi 50mila che hanno il reddito di cittadinanza nell’Agrigentino, che hanno fatto richiesta del sussidio economico. Sono state riscontrate molteplici irregolarità nelle autocertificazioni: c’è chi ha omesso di dichiarare d’essere finito nei guai con la giustizia o d’essere stato addirittura condannato, chi ha dimenticato di segnalare che aveva incassato una vincita al Lotto o al Gratta&Vinci e chi non ha riferito che aveva iniziato a lavorare, perché tanto lo stava facendo “in nero”. Gli stranieri, 22 appunto, hanno invece prodotto certificazioni false sulla loro residenza nell’Agrigentino o sul fatto che fossero in Italia da 10 anni.
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