C’era anche il corpo di un giovane migrante, verosimilmente originario del Bangladesh, in uno dei barchini soccorsi la notte scorsa da militari della Guardia di finanza vicino a Lampedusa.

Procura di Agrigento apre inchiesta

La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta affidando le indagini alla squadra mobile della Questura che interrogherà le persone che erano sull’imbarcazione con la vittima.

La vittima è un quarantenne

E’ un quarantenne, e non ha segni di morte violenta, l’uomo che è stato trovato privo di vita sul barchino dai militari della Guardia di finanza. Già prima della mezzanotte, ci sono stati diversi soccorsi da parte delle motovedette delle Fiamme gialle.

Ispezione cadaverica nelle prossime ore

Adesso la Squadra Mobile sta cercando di capire su quale imbarcazione fosse la vittima, e chi erano i suoi compagni di viaggio. La salma, nelle prossime ore verrà sottoposta ad ispezione cadaverica per confermare che non si è trattato di morte violenta.

Sbarchi senza sosta, 15 dalla notte scorsa, hotspot al collasso

Tre imbarcazioni alla deriva, con a bordo 63 migranti, sono state soccorse dalla motovedetta V1300 della Guardia di finanza. Salgono così a 15 gli sbarchi registratisi dalla scorsa notte a Lampedusa. Sul primo barchino, soccorso a circa 5 miglia nautiche a Sud, c’erano 24 persone, fra cui 8 donne e 2 minori. Hanno dichiarato di essere scappati da Congo, Camerun, Guinea, Costa D’Avorio, Sierra Leone. Sul secondo, agganciato a circa 2 miglia, erano in 11, tutti tunisini, di cui 2 donne e altrettanti minori. Sul terzo, sempre agganciato a 2 miglia, erano invece in 28, fra cui 3 donne e due minori. Si sono detti originari di Burkina Faso, Mali, Senegal, Congo e Guinea. Anche loro sono stati portati all’hotspot dove le presenze, nonostante il trasferimento di 40 persone con il traghetto di linea, sono salite a 1.199.

Migranti morti per fame e sete

E ieri, in tema di migranti, è giunta un’altra tristissima notizia. Sei rifugiati siriani, fra cui due bambini di uno e due anni, un adolescente e tre adulti, sono morti su un barcone presumibilmente “di fame e di sete”. Lo afferma l’Unhcr sottolineando che l’Agenzia sta assistendo i 26 sopravvissuti sbarcati a Pozzallo, molti dei quali “presentano condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni”.
“E’ inaccettabile – dice la rappresentante dell’Unhcr in Italia Claudia Cardoletti -. Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”.

Il cordoglio del Centro Astalli

Sulla vicenda è intervenuto padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli: “Siamo sgomenti e addolorati per questa tragica notizia. Inaccettabile e profondamente sbagliato che l’Europa si ostini a lasciar morire nell’indifferenza sempre più colpevole degli innocenti. Si tratta di disperati in fuga da guerre, persecuzioni e miseria che cercano salvezza affidandosi ai trafficanti, in mancanza di alternative legali”.

Le richieste alle istituzioni

Il Centro Astalli chiede con forza a chi si candida a governare il Paese e alle istituzioni nazionali e sovranazionali: la tempestiva attivazione di un’operazione di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale che salvi i migranti in difficoltà e li conduca in un porto sicuro che non può essere la Libia; l’apertura immediata di canali umanitari dalle zone di guerra o di crisi umanitarie e quote d’ingresso per la gestione di una migrazione legale, ordinata e sicura. Ripamonti conclude: “Continuare a restare fermi in posizioni di chiusura, voler bloccare gli arrivi è irrealistico. Governare le migrazioni per trasformarle in una risorsa per le nostre società è un banco di prova in cui si misurano capacità di costruire il bene comune e visione del futuro”.

(foto di repertorio)

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