Pietro Ivano Nava, il supertestimone dell’omicidio del giudice Rosario Livatino, sarà ufficialmente cittadino onorario di Canicattì. La manifestazione di attribuzione dell’onorificenza civica della comunità di Canicattì si svolgerà domani alle 18 nel complesso monumentale del “Centro Culturale Intercomunale di San Domenico”.

Non ci sarà alla cerimonia il testimone di giustizia

Alla cerimonia non sarà presente il testimone di giustizia. A distanza di quasi 31 anni da quel tragico agguato infatti è ritenuto ancora “soggetto a rischio” destinatario di un verdetto di morte delle famiglie mafiose agrigentine. Molto probabilmente sarà effettuato un collegamento audio-video con tutte le cautele del caso. Nella giornata di oggi Pietro Nava ed il sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura, avranno modo di sentirsi per telefono . Il sindaco informerà il futuro “cittadino onorario” della manifestazione di consegna di domani e della possibilità di un suo intervento da remoto.

Una volontà che era stata espressa dal consiglio comunale

Con la manifestazione di domani si concretizza il deliberato del consiglio comunale dell’8 aprile 2021 di conferire la cittadinanza onoraria a Nava come da tempo chiesto dall’associazione “Amici del Giudice Rosario Angelo Livatino” che il 23 settembre 2000 in un cine teatro Odeon deserto conferirono al supertestimone una medaglia d’oro che gli venne puntualmente consegnata.

Il giudice Livatino ucciso 31 anni fa

Livatino fu ucciso dalla mafia il 21 settembre 1990. All’epoca quasi non lo conosceva nessuno, ad eccezione dei suoi aguzzini: lavorava al tribunale di Agrigento e trascorreva le sue giornate tra polverosi fascicoli, occupandosi prevalentemente di sequestri e confische di beni sottratti ai mafiosi. Questo valse la sua condanna a morte decretata dagli uomini della Stidda, organizzazione mafiosa agrigentina, quattro dei quali poi condannati all’ergastolo.

Proclamato beato dal Vaticano

Ma quel delitto avvenne anche “in odio alla fede” del magistrato – hanno stabilito le autorità vaticane che lo hanno proclamato beato – per cui, riconosciuto il martirio, il giudice Livatino, cattolico praticante. Il decreto della Congregazione delle Cause dei Santi, avuta l’autorizzazione di papa Francesco, è stato pubblicato il 22 dicembre dello scorso anno.

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