Per l’incidente mortale avvenuto due anni fa a Ravanusa la Procura ha avanzato la richiesta della condanna a 10 anni per l’unico imputato in abbreviato. Si tratta di Luigi Alessandro D’Angelo, 30 anni, accusato di duplice omicidio stradale. Quella tragica sera del 2 febbraio 2020 morirono Lorenzo Miceli e Federica Aleo che erano in auto con lui.

Prossima udienza il 22 febbraio

Il prossimo 22 febbraio si terrà la prossima udienza con l’arringa dei difensori dell’imputato. Successivamente sarà stabilita una nuova udienza in cui il Gup andrà ad emettere la sentenza. Secondo quanto emerso nel corso dei riscontri effettuati dalle indagini in seguito all’incidente, D’Angelo si era messo alla guida sotto i fumi dell’alcol e dopo aver assunto droghe. Inoltre viene anche contestata l’elevata velocità.

L’incidente

Le due vittime erano a bordo dell’Alfa 147 guidata per l’appunto dal trentenne quando alle 4,30, dopo la rotatoria all’altezza di contrada Fiumarella, ha perso il controllo del mezzo ed è andato a sbattere contro il marciapiede finendo la sua corsa contro il pilastro di un cancello d’ingresso dell’abitazione privata di alcuni ravanusani. Il giovane alla guida si era provocato la frattura al femore. Lui come un quarto passeggero furono subito dichiarati fuori pericolo.

Le due vittime

Federica Aleo morì qualche giorno dopo all’ospedale Sant’Elia. Ventotto anni, residente a Canicattì, fu sottoposta ad un delicato intervento chirurgico per tamponare un’emorragia cerebrale ma non ci fu nulla da fare. Federica, figlia di un artigiano molto conosciuto a Canicattì, era stata, in un primo momento trasportata al Barone Lombardo di Canicattì ma le sue condizioni apparvero subito molto critiche. Morì sul colpo invece Lorenzo Miceli di 28 anni, che lavorava come infermiere alla casa di riposo Santa Teresa di Campobello di Licata. Era stato consigliere comunale nella precedente legislatura ed era un militante del Movimento Cinque Stelle.

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