Emergono nuovi particolari riguardo al doppio omicidio con suicidio avvenuto nel milanese. L’assassino suicida, Salvatore Staltari, 70 anni, era originario della Sicilia. Per l’esattezza era nato in un ospedale di Messina all’interno di una famiglia molto numerosa che risiedeva nell’agrigentino, a Porto Empedocle. Aveva sette fratelli che come lui, in giovane età, decisero di emigrare per ragioni di lavoro.

Un futuro che non riuscì a costruirsi

Staltari pare che si arrangiasse con lavori manuali da elettricista o di tipo edile. Ma da anni non riusciva più ad avere un’attività stabile e chi lo conosce sostiene che negli ultimi tempi fosse diventato particolarmente burbero, irascibile e intrattabile. Non a caso era pure seguito dai servizi sociali del Comune, proprio per la condizione familiare molto difficile sul piano economico.

Un gesto estremo che forse era da tempo programmato

Il settantenne ha commesso il doppio omicidio con suicidio domenica scorsa a Carpiano, dove abitava. Proprio lui ha chiamato poco dopo le 14 il 118 spiegando di aver ammazzato la moglie e la figlia e di aver intenzione di suicidarsi. Arrivati sul posto, i carabinieri hanno trovato tre cadaveri: per l’appunto Staltari con a fianco una pistola, una donna di 42 anni e una ragazza 15enne, rispettivamente moglie e figlia.

Le indagini

I carabinieri della compagnia di San Donato Milanese sono stati attivati dal 118 subito dopo la chiamata dell’uomo e in pochi minuti sono arrivati sul posto, a Francolino di Carpiano dove però non hanno potuto fare altro che constatare il decesso delle tre persone. Sul posto anche i carabinieri del nucleo investigativo di Milano e della compagnia di San Donato Milanese con il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Lodi, compente per le indagini.

Soffriva di crisi depressive

Salvatore Staltari, nonostante soffrisse di depressione, era soprattutto lui che seguiva la figlia Stefania a cui ha tolto la vita, accompagnandola anche quotidianamente a scuola. La moglie di origini filippine, Catherine Panis, lavorava part time in una ditta della zona. Sulla tragedia in Comune si è tenuto un summit tra i diversi assessori e il sindaco mentre il primo cittadino ha già reso noto che si confronterà con i Servizi sociali.

Il giudizio impietoso del procuratore

“La tragedia che si è verificata a Carpiano, dove un uomo ha sterminato l’intera famiglia, è il miglior modo per essere ricordati come colossali vigliacchi. Non esistono problemi così insormontabili da giustificare il suicidio e l’omicidio”. Così si è espresso il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, che guida le indagini su quanto accaduto nel milanese.