Sono arrivati 79 migranti a Pantelleria dal 14 al 15 agosto. tre sbarchi in tutto. Il 14 agosto due: il primo con un’imbarcazione con 54 migranti, poi una successiva con 22. Infine per ferragosto è arrivato un barchino con tre migranti. Tutti di nazionalità tunisina. In queste ore stanno per essere trasferiti a Trapani.
La notte tra il 15 e il 16
Altri quattro sbarchi con complessivi 155 migranti tra sudanesi, somali, ivoriani, egiziani, nigeriani, e guineani, sono stati registrati durante la notte tra il 15 e 16 a Lampedusa. A soccorrere le carrette, tutte salpate da Sfax in Tunisia, è stata la motovedetta Cp310 della Guardia costiera. Ieri sull’isola c’erano stati 14 approdi con un totale di 531 persone. Anche i nuovi arrivati sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, al momento, ci sono 2.278 ospiti.
Pronti i trasferimenti
Su disposizione della prefettura di Agrigento, fra poco la polizia inizierà a scortare, a piccoli gruppi, verso il porto 600 nordafricani che verranno imbarcati sul traghetto di linea Galaxy che giungerà in serata a Porto Empedocle. Stessa destinazione per i 150 che verranno invece spostati in serata. Ieri, cercando di alleggerire le presenze nell’area di pre-identificazione del porto Empedoclino, i trasferimenti da Lampedusa erano stati sospesi dal prefetto.
I soccorsi anche la notte di ferragosto
La notte di Ferragosto altri 299 i migranti sbarcati, a partire dalla mezzanotte, a Lampedusa. Sette i barchini, tutti partiti da Sfax in Tunisia, soccorsi dalle motovedette della guardia costiera e guardia di finanza e uno dalla Ong Nadir, uno invece quello che è riuscito ad arrivare direttamente sulla spiaggia dell’isola dei Conigli e 43 eritrei, etiopi e sudanesi sono stati intercettati e bloccati dai carabinieri lungo la strada di Ponente. L’altro ieri sull’isola c’erano stati 14 approdi con un totale di 454 persone e una salma, quella del giovane egiziano che è morto durante la traversata.
Tante donne
Dieci tunisini, nella tarda serata sempre di ferragosto, erano stati bloccati dai militari della tenenza della guardia di finanza nei pressi del santuario della Madonna di porto salvo. Sui barchini soccorsi, durante la notte, c’erano da 19 a 45 persone, fra cui donne e minori, originari di Burkina Faso, Costa d’Avorio, Gambia, Mali e Senegal. Un natante in vetroresina di 5 metri, sul quale viaggiavano in 19 (4 donne e 7 minori), quello soccorso dalla nave ong Nadir, è stato trovato senza motore. I poliziotti della squadra mobile, sentendo i tunisini, proveranno a capire se anche loro sono stati vittime, o meno, di nuovi atti di pirateria. Inusuale inoltre quello che si sono trovati davanti agli occhi i militari della guardia costiera: su un barchino di 6 metri, fra i 45 occupanti ben 31 erano donne e 8 minori, soltanto 6 gli uomini. Tutti i gruppi sono stati portati all’hotspot di contrada Imbriacola dove, all’alba, c’erano 1.897 persone, fra cui 170 minori non accompagnati.
Favoreggiamento immigrazione, 3 scafisti restano in carcere
Restano in carcere ad Agrigento i tre tunisini fermati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e accusati di essere gli scafisti del peschereccio Abouamer con a bordo 31 persone. Lo ha deciso il gip Stefano Zammuto che ha convalidato il fermo eseguito dalla squadra mobile della Questura e da militari della guardia costiera e della guardia di finanza. L’equipaggio dell’imbarcazione, partita dalla Tunisia, era stato bloccato a sud di Lampedusa dopo che aveva fatto trasbordare i profughi su un gommone. Nei confronti dei tre indagati, di 51, 38 e 24 anni, il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Secondo la ricostruzione della Procura di Agrigento sarebbe stato un viaggio di ‘lusso’ per migranti, improntato alla massima sicurezza, con i ‘viaggiatori’ che hanno pagato più del doppio di una ‘tariffa normale’.
Per il gip la “convalida deve essere accordata sia perché sussiste giurisdizione italiana, sia perché si è in presenza di pericolo di fuga, essendo gli indagati giunti in Italia clandestinamente” e perché ritenuti sussistere “gravi indizi di colpevolezza”. Secondo l’accusa, basate anche sulle dichiarazioni di uno dei tunisini in viaggio, due gommoni, partiti da Kerkennah, sono stati agganciati, poco dopo che erano salpati nella notte del 10 agosto, dal peschereccio il cui equipaggio li ha fatti imbarcare sul natante più sicuro dove sono rimasti per tutta la traversata, fino all’intervento delle forze di polizia italiane avvenuto a 16 miglia dalla costa di Lampedusa dove i 31 sono arrivati il 12 agosto. I controlli sono scattati dopo che una richiesta di aiuto partita da un numero di cellulare tunisino.
Il peschereccio “Abouamer” è stato subito localizzato: trainava due gommoni di piccola portata, che non avrebbero mai potuto effettuare la traversata fino a Lampedusa, privi di motore. Motori che erano a bordo del peschereccio sul quale non c’era traccia né di pescato, né di attrezzatura. “Eravamo due gruppi – ha ricostruito uno dei tunisini a bordo- che sulla spiaggia gestivano le partenze da Kerkennah. Ci hanno dato dei salvagenti, siamo saliti su un gommone che ci ha accompagnati alla barca di pescatori che ci stava aspettando poco distante dalla spiaggia. I pescatori ci hanno ordinato di smontare il motore e portarlo sul peschereccio. Tutto il viaggio, fino a quando non ci ha trovato la polizia, lo abbiamo fatto sulla barca da pesca”.
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