La Scala dei Turchi di Realmonte, l’eccezionale e incantevole scogliera di marna bianca famosa in tutto il mondo, sarà presto riaperta alla fruizione di turisti e visitatori ma probabilmente con accessi contingentati o a numero chiuso, ciò per impedire che il prezioso bene naturalistico possa essere danneggiato dalle migliaia di presenza estive ma anche perché la Scala dei Turchi è a rischio di dissesto idrogeologico.
Come si legge sul Giornale di Sicilia, l’apertura potrebbe avvenire forse già dalla prossima settimana. E’quanto emerso nel corso dei lavori dell’ultimo consiglio comunale.

La lettera all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente

Sarebbe stato infatti raggiunto un accordo tra la Regione siciliana e il privato, proprietario di una parte del bene naturalistico. L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Santina Lattuca, ha inviato una lettera all’assessorato regionale al Territorio e Ambiente per chiedere la gestione temporanea del sito e l’esecuzione di studi di carattere tecnico.

La Scala dei Turchi “in vendita”, la provocazione del proprietario di una parte del sito

La Scala dei turchi in vendita. Sa molto di provocazione ma intanto il proprietario di una parte del sito naturalistico, l’imprenditore Ferdinando Sciabarrà, qualche settimana fa lo ha detto a chiare lettere: “La metto all’asta”. E ha fatto appello addirittura ad un grande magnate come Elon Musk, il fondatore della nota casa automobilistica Tesla, affinché la acquisti lui e la gestisca con le proprie enormi risorse finanziarie.

Le polemiche

L’uscita di Sciabarrà non era stata casuale ma arrivata a conclusione di una serie di interlocuzioni avute con Regione e Comune di Realmonte. Secondo quanto aveva sostenuto l’imprenditore, attraverso le pagine del Corriere della Sera, ci sarebbero stati diversi incontri e contatti con politica e istituzioni. Tutti d’accordo nella tutela e valorizzazione del sito. “Ma al momento di concretizzare non è mai successo nulla” ha sostenuto Sciabarrà. Addirittura ha detto che era disposto a donare il sito, ma a parte le buone intenzioni non ci sarebbe stato mai un vero interessamento da parte della Regione siciliana.

Le preoccupazioni

L’imprenditore, che lo scorso anno ha vinto un lungo braccio di ferro giudiziario riuscendo a dimostrare la proprietà della Scala dei turchi, è preoccupato per il flusso di turisti enorme che non si riesce a controllare.
Le staccionate poste come confine non sarebbero in grado di poter evitare che i turisti si “infiltrino” abusivamente. Per di più c’è un pericolo di frane, con i potenziali smottamenti della roccia.

Il pericolo risaputo

Che ci siano situazioni pericolose alla Scala dei turchi è risaputo da anni. Già nel 2018 l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, si era recato, su invito del sindaco di Realmonte, alla Scala dei Turchi. In quell’occasione furono rilevati disagi provocati dal pericolo di cedimento di un costone che insiste sulla spiaggia sottostante. Si era parlato della necessità di un intervento della struttura commissariale per il dissesto idrogeologico, al fine di individuare le azioni più concrete ed immediate da porre in essere per mettere in sicurezza le migliaia di visitatori, scongiurando il potenziale pericolo incombente.

“La Regione troverà una soluzione”

“Il governo Musumeci ha attivato da tempo le procedure per definire positivamente il futuro della Scala dei Turchi e la prossima settimana abbiamo convocato una riunione per individuare la soluzione migliore che porti a una conclusione rapida della vicenda, soddisfacente per tutte le parti in causa”. Lo ha detto il 5 maggio l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro, dopo che Ferdinando Sciabarrà aveva denunciato le difficoltà di gestione del sito.
Cordaro aveva precisato: “Come sanno bene il privato e il suo legale la Regione Siciliana si è da subito fortemente impegnata per la risoluzione del problema, interessata alla tutela e alla valorizzazione di un bene di grande pregio naturalistico. Si è dovuta attendere la conclusione dell’iter giudiziario che, per alcuni anni, ha interrotto sub iudice la questione relativa alla titolarità del bene. Ma la Regione ha lavorato e continuerà ad adoperarsi per trovare la sintesi tra il Comune di Realmonte, che rivendica la titolarità della gestione, e il proprietario che deve cederla in maniera giuridicamente corretta”.

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